Carlo Tavecchio è il nuovo presidente della Figc con il 63% dei voti. Ci sono voluti tre scrutini per certificare una vittoria che, nonostante le polemiche seguite all’ormai famigerata frase sulle banane e sul fantomatico “Opti Poba”, non è quasi mai stata messa in discussione.Chiaro il segnale emerso sin dalla prima votazione con Tavecchio assestato saldamente oltre il 60% dei voti. Troppo ampio il gruppo a sostegno del presidente della Lega Nazionale Dilettanti che ha avuto dalla sua anche la Lega Pro e parte della Serie A e B che ha preferito l’esperienza del vice presidente Figc (in carica dal 2009) piuttosto che la freschezza e la novità rappresentata da Demetrio Albertini. Una scelta quindi “conservatrice” e in continuità con la gestione Abete anche se Tavecchio a più riprese ha dichiarato a chiare lettere di voler cambiare il calcio nostrano. Sono undici i punti proposti da Tavecchio che hanno convinto gli elettori. In particolare il neo presidente punta alla creazione della figura del segretario generale della Federazione, “un capo azienda con la responsabilità della gestione operativa e amministrativa sotto il diretto controllo dell’organo politico”. Per quanto riguarda la lotta alla violenza “dovrà essere prevista un’estensione del sistema delle esenzioni o delle attenuanti per quei club che partecipino attivamente a programmi di riqualificazione degli impianti e di implementazione dei rapporti con le tifoserie”. Inoltre un forte rilancio del Settore tecnico della Figc, mentre i 20 Centri di formazione federale in via di ultimazione “saranno destinati ad attività di promozione del calcio” soprattutto a livello giovanile e scolastico. Ma soprattutto un sistema che ricalchi quello britannico sul tema extra comunitari, punto che ha creato l’ormai famosa uscita infelice che, si spera, possa essere definitivamente messa da parte. Come messe de parte devono essere le frizioni e le spaccature perché adesso c’è da lavorare insieme per rilanciare il nostro calcio caduto in basso, nel punto più basso della sua storia. Auguri signor Tavecchio e buon lavoro.
Sebastiano Borzellino