Carmelo Finocchiaro, Presidente nazionale di Confedercontribuenti: ‘Superbonus e governo Meloni’

“Superbonus: il Governo Meloni riveda la propria posizione e torni subito indietro, perché è una vergogna aver cancellato questa misura!”

 

“Il Governo Meloni ha bocciato il Superbonus edilizia ed è una vergogna. Un governo senza proposte e con alcune associazioni allineate faranno morire le piccole e medie imprese. Poi c’è l’Abi che non accetta soluzioni. Insomma è proprio il caso di dire che stanno giocando con il fuoco, perché la cancellazione del superbonus comprometterà in maniera irreversibile il futuro di 55 mila imprese edili e di 900 mila operai. Non crediamo che la già fragile economia del nostro Paese possa sopportare o contenere un colpo del genere. Quindi, il Governo Meloni riveda la propria posizione e torni subito indietro! Non dimentichiamoci che la Meloni era una di quelle che aveva difeso il superbonus!”. Questo grido d’allarme e a seguire l’accorato appello arrivano dal Presidente nazionale della Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, il quale interviene sulla spinosa questione del superbonus, che tanto malcontento sta creando nel nostro Paese.

“La scelta  fatta del governo – dichiara Carmelo Finocchiaro – dimostra che tali decisioni si rivolteranno contro il sistema delle piccole e medie imprese italiane, mettendo in discussione l’iniziativa dei Superbonus che produce il 6 per cento in più di Pil e con risultati assolutamente straordinari. Ecco perchè la Confedercontribuenti ritiene che la cancellazione del Superbonus sia una scelta scellerata che produrrà disoccupazione, pagamenti di cassa integrazione, decine e decine di migliaia di cantieri lasciati allo sbando, cittadini che non hanno completato i lavori e l’indotto che aveva programmato la produzione di particolari beni che adesso non venderanno più e resteranno nei magazzini, causando a sua volta disoccupati anche in questo settore. Gli accordi con le associazioni legate al sistema di potere non portano a nulla e lo dimostra l’incontro di lunedì scorso che non ha sortito alcun risultati concreti. Si parla di una riunione di parti sociali con il governo, ma al solito le parti sociali sono rappresentate dai soliti noti, come l’associazione costruttori edili di Confindustria che rappresentano invece una minoranza di coloro i quali si sono spesi per i bonus, lasciando fuori chi effettivamente rappresenta le piccole e medie imprese assolutamente coinvolte in questo meccanismo. La farsa dei giorni scorsi va ad accondiscendere alle scelte del governo e questo non è accettabile nel momento in cui si sta giocando sulla pelle delle imprese e sul pane di migliaia e migliaia di lavoratori. Questo governo non è in grado di governare un Paese come l’Italia e in questi primi tre mesi ha fatto tutto il contrario di quello che ha detto. Qui il problema – aggiunge il Presidente nazionale della Confedercontribuenti  – è quello che  bisogna capire quale futuro si offre ai contribuenti per completare per esempio i lavori edilizi che riguardano i condomini. E poi nella riunione del governo di questi giorni non è venuto fuori come si ottimizzerà il credito d’imposta e come saranno liquidate le somme che stanno partendo e partiranno nei prossimi giorni, per milioni di euro. Cosi facendo questo Paese rischia di vedere scoppiare un conflitto sociale di dimensione notevoli. Noi di Confedercontribuenti – fa sapere il presidente Finocchiaro – abbiamo delle soluzioni che proponiamo da tempo: intanto diluire i bonus attuali e poi vedere quelli successivi, per cui materialmente la gente può utilizzare il credito d’imposta maggiore di adesso e quindi si può dare più possibilità e più flessibilità. Nel contempo va fatta l’emissione dei BPT che servono ad assorbire, in un periodo di 10/15 anni, un tasso importante, remunerativo e meno costoso dell’imposta stessa, al fine di completare questa grande azione di riqualificazione sia dal punto di vista ambientale, energetico e sismico, soprattutto perchè si possa garantire ancora una volta quel volano che da 100 euro investiti possa dare 300 euro di ulteriore sviluppo e lavoro.”

 

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