“Le misure che il ‘governo dei migliori’ mette in campo con l’ultimo decreto, contro il caro bollette, sono del tutto insufficienti. Nessun intervento strutturale per affrontare a lungo termine il problema dell’indipendenza energetica nazionale; e neppure misure immediate per alleggerire adeguatamente l’aumento dei prezzi dell’energia. Nulla o poco è stato fatto per le imprese messe ulteriormente in difficoltà in un periodo di grande crisi. E quasi nulla è stato fatto per le famiglie già duramente colpite dalla pandemia. Fratelli d’Italia chiede a questa maggioranza sgangherata di attivarsi per evitare una bomba economica e sociale. Non c’è altro tempo da perdere”, è la nota di Giorgia Meloni sul decreto alla voce “caro bollette”: “Noi abbiano indicato la strada, ma i ‘migliori’ non recepiscono”.
Il fronte degli indennizzi si rivela ancora più inadeguato. “Fratelli d’Italia aveva chiesto – spiega Giorgia Meloni- con un emendamento alla Manovra, di istituire un fondo di un miliardo di euro per indennizzare i danni legati ai vaccini anti-Covid: una misura che sarebbe servita per sostenere la campagna vaccinale. Soprattutto di anziani e categorie fragili. Una proposta che la sinistra ha bocciato e derubricato come inadeguata”. Di contro, “abbiamo appreso che il governo ha stanziato 50 milioni nel 2022 e 100 nel 2023 per indennizzare gli effetti collaterali del vaccino. E’ un primo passo ma non è sufficiente. Come al solito Fratelli d’Italia indica la strada: ma ci vogliono mesi prima che il ‘governo dei migliori’ la capisca e decida di seguirla”.
Per la Cgia di Mestre, gli aiuti del governo coprono solo 6% rincari per famiglie e imprese. E Confindustria Energia la pensa come Fratelli d’Italia: “Sembra emergere che le misure prese in considerazione dal Governo siano congiunturali e non strutturali: piccoli interventi spot senza una visione di lungo termine: purtroppo insufficienti a contrastare i fortissimi incrementi di costi che si sono abbattuti sui settori industriali energivori”.
Gli fa eco Coldiretti: “Dall’aumento del 30% dei costi per produrre il grano per la pasta; ai rincari del 12% per quelli dell’olio extravergine d’oliva; fino ai ritardi negli accordi di filiera sul prezzo del pomodoro: sulle tavole degli italiani si abbatte nel 2022 una tempesta perfetta. Che mette a rischio anche il piatto simbolo della cucina tricolore e della Dieta Mediterranea: come gli spaghetti, olio e pomodoro.