Una gioiosa Stagione teatrale
È con una gioia speciale che presento la Stagione 2018/19 del nostro Teatro perché queste note succedono di poco alla riconferma dello Stabile di Napoli a Teatro Nazionale. Una riconferma particolarmente significativa perché non si è ampliata la ristretta cerchia di questa elite del teatro italiano; perché il nostro si conferma come unico Nazionale del Sud e perché avviene contemporaneamente all’entrata tra i Nazionali del Teatro di Genova, un teatro a cui mi legano molti anni di grande collaborazione, che proseguirà ancora per il prossimo triennio.
Un titolo, quello di Teatro Nazionale, che pur non rivestendo particolare interesse per un normale spettatore, ci piace sottolineare soprattutto per il pubblico degli abbonati che al nostro teatro appartiene a tutti gli effetti .
Ma veniamo alla nostra nuova Stagione.
Abbiamo cercato di far coincidere la riconferma a Teatro Nazionale con un cartellone particolarmente gioioso. Uso questo termine non perché presentiamo solo spettacoli divertenti: sarebbe contrario alla stessa filosofia di un teatro pubblico. La gioia di cui parlo è quella dell’amore per il teatro, perché in questa stagione non c’è genere teatrale o linguaggio scenico che venga trascurato.
Sono presenti naturalmente i classici (dalla nostra Salomè di Wilde al Borkman di Ibsen, dal Gabbiano di Cechov alla Scuola delle mogli di Molière, da Morte di un commesso viaggiatore di Miller alle Rane di Aristofane, dall’Enrico IV di Pirandello a Guerra di Goldoni). Faccio notare che in molti casi restituiamo al palcoscenico capolavori poco frequentati, come il testo di Wilde con cui si inaugura la Stagione.
Non manca naturalmente la drammaturgia contemporanea di cui abbiamo in cartellone il formidabile Mamet de Il penitente e il grande Bergman di Scene da un matrimonio, proposto nel centenario della nascita del maestro svedese, oltre ad uno dei maggiori testi di Enzo Moscato qual è Festa al celeste e nubile santuario, a Il senso del dolore di Maurizio De Giovanni, a Chi vive giace di Roberto Alajmo.
Grande novità di questa stagione, che contiamo di far diventare un appuntamento fisso, è la rassegna dedicata alla danza contemporanea, un piccolo festival che vede presentati tre importanti spettacoli di livello internazionale ed alcune creazioni di dimensioni più contenute di compagnie di area napoletana. Un contributo concreto alla danza contemporanea che stenta a trovare spazio sui palcoscenici italiani, che noi riteniamo gli spetti, e un modo “gioioso“di ampliare la nostra offerta dei linguaggi della scena.
Altro genere fortemente presente in Stagione è il teatro di lingua napoletana che occupa quasi l’intero cartellone del Teatro di Eduardo.
Come spesso abbiamo fatto in questi anni , e sempre con successo, ospiteremo un grande spettacolo russo: si tratta di Alisa presentato dal Bolshoi Drama Teatro – G. Tovstonogov di San Pietroburgo con la regia di Andrey Moguchy.
A fianco di tanta varietà si riconfermano però molti elementi di continuità. Innanzitutto le linee culturali degli spazi: generalista quella del Mercadante, dialettale quella del San Ferdinando, contemporanea quella del Ridotto, strettamente legata alla drammaturgia antica quella del Teatro Grande di Pompei.
Proseguiamo poi nella nostra politica di continuità artistica.
Il nostro pubblico ritroverà i volti e i nomi di Eros Pagni, Mariano Rigillo, Gaia Aprea, Anita Bartolucci, Anna Teresa Rossini, Claudio Di Palma, Massimiliano Gallo, Arturo Cirillo, Andrei Konchalovskij, Andrea De Rosa, tutti artisti che hanno fatto parte delle nostre produzioni di questi anni; ma anche nomi nuovi come Robert Wilson, Carlo Cecchi, Ficarra e Picone. Ritorneranno artisti ospiti come Elisabetta Pozzi e Luca Barbareschi e tanti nomi della scena napoletana, da Enzo Moscato a Cristina Donadio, Paolo Coletta, Chiara Baffi, Laura Angiulli.
Naturalmente non mi stancherò mai di sottolineare la grande quantità di spettacoli da noi prodotti o coprodotti: in questa Stagione il numero ammonta a ben 14 allestimenti, che vuol dire un impiego rilevante di attori, artisti, tecnici, scenografi, costumisti, sarte, datori luci, tecnici e maestranze diverse.
Un’offerta insomma, la nostra, dedicata ai veri appassionati di teatro, a coloro che escono di casa per vedere e non per farsi vedere. Questo non vuol dire che trascureremo il divertimento dello stare assieme che è tipico del teatro, unico linguaggio artistico di cui si può godere solo in compagnia e mai in solitudine. Uscendo definitivamente dalla drammatica chiusura del Mercadante che ormai, come il San Ferdinando, gode dell’agibilità permanente, renderemo più gradevoli ed accoglienti i nostri spazi di caffetteria, con l’intento di incoraggiare il nostro pubblico a stare più tempo in teatro, più tempo insieme a noi.
Con gioia, la gioia del linguaggio scenico più antico del mondo.
Luca De Fusco
Direttore del Teatro Stabile di Napoli–Teatro Nazionale