Il tanto atteso decreto ‘Sostegni’ – scrive su Fb Giorgia Meloni – delude di molto le aspettative. Non è propaganda, ma matematica. Conti alla mano – prosegue – le imprese a cui è stato imposto di non lavorare percepiranno aiuti che vanno dall’1,7 per cento a massimo il 5 per cento rispetto alla perdita annuale. Che cosa questo significhi in concreto, lo si capisce meglio passando dalle percentuali ai numeri assoluti.
Chi nel 2020 ha perso 40mila euro di fatturato percepirà 2mila euro di aiuti, chi ne ha persi 120mila euro avrà diritto al massimo a 5mila euro. Tutto qui. Un’elemosina, appunto. Cifre ridicole rispetto alle perdite, che non riescono a coprire nemmeno i costi fissi, sottolinea la Meloni. Che aveva proposto di dirottare sulle imprese i 5 miliardi destinati al cashback. Ma senza ricevere alcuna risposta. Draghi è sulla linea della perfetta continuità con il governo Conte, rimarca la presidente dei Fratelli d’Italia. La ricetta è la stessa: ‘Depressione dell’economia con chiusure forzate. Briciole per le imprese che rimangono in vita. E soldi a pioggia per incentivare la moneta elettronica che garantisce la rendita a banche e società finanziarie’.
L’esatto contrario di quel che sarebbe utile fare per ripartire. Sul punto, la Meloni non ha dubbi: ‘Occorre stravolgere l’impianto ideologico con cui si sta affrontando la crisi’. Facile a dirsi, ma praticamente impossibile farlo con la sinistra penta-piddina che continua a dettare legge. Tanto è vero, che in compenso hanno trovato altri miliardi per reddito di cittadinanza e Navigator.Fratelli d’Italia – conclude – cercherà in Parlamento di migliorare questo pessimo decreto per tutelare artigiani, imprese e lavoratori. L’unico elemento positivo del decreto lo cita il senatore Calandrini, anch’egli di FdI: ‘L’eliminazione dei codici Ateco, come noi chiedevamo da tempo’.
Sulla identica linea critica di Giorgia Meloni interviene il presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, che lancia l’allarme sostenendo che ‘per l’Italia si mette male perché, oltre agli effetti conseguenti allo sciagurato decreto Draghi sulle cartelle esattoriali non considerate prescritte, imprese e contribuenti dovranno fare i conti con quanto appreso oggi: quando scadranno le moratorie su quasi 300 miliardi di euro di prestiti bancari, c’è il rischio che a fine giugno 2,7 milioni di imprese e famiglie italiane si trovino improvvisamente sull’orlo del dissesto finanziario, nonostante l’Unione europea raccomandi all’Italia di non rinnovare nessuna moratoria’.
Il timore espresso dal presidente Finocchiaro scaturisce da una giustificata preoccupazione conseguente dalla notizie che ‘le norme sulle moratorie bancarie hanno consentito, fin dall’inizio della pandemia da Covid, di congelare le rate dei finanziamenti di 1,3 milioni di aziende per 198 miliardi di euro e di 1,4 milioni di cittadini per 95 miliardi di euro: in totale, oltre 293 miliardi di euro. Tanto che -aggiunge Finocchiaro- l’Autorità bancaria europea (Eba), in vigore da gennaio scorso, ordina di applicare dal prossimo mese di giugno ‘nuove regole’, dando priorità alla logica sulla gestione dei non ‘performing loan’… E come se non bastasse, cosa ancora più preoccupante -sottolinea il presidente nazionale di Confedercontribuenti- si rivela la consequenziale interruzione delle moratorie che non sono più prorogabili, a causa della quale le banche classificheranno in posizione di default almeno una quota rilevante dei soggetti la cui colpa è solo quella di avere le rate attualmente sospese, in assenza di liquidità necessaria a rimborsare gli arretrati. Ecco perchè chiediamo al Governo un intervento che sia immediato, serio e risolutivo, a tutela e a difesa di imprese e famiglie, insomma di tutti i contribuenti italiani’.
Quanto detto dal presidente Carmelo Finocchiaro sarà –come lui stesso sottolinea- trattato, assieme ad altre questioni, nel corso della grande assemblea nazionale di Confedercontribuenti che si svolgerà online su piattaforma Zoom, oggi, martedì 23 marzo, alle ore 19.00, e che vedrà come protagonisti tutti coloro che si vogliono opporre a questo scellerato decreto, ovvero tutte quelle imprese e quei contribuenti italiani che, con noi, di Confedercontribuenti vogliono intraprendere una grande battaglia contro chi non fa gli interessi degli italiani e delle imprese, già in ginocchio nel nostro Paese.