Il logo dell'Agenzia delle Entrate, Roma, 1 febbraio 2018. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Cartelle esattoriali, niente proroga: chi paga dal 16 ottobre

Ultimi giorni prima della ripresa dell’attività di accertamento e riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il 15 ottobre scade la sospensione voluta dal governo per dare una boccata d’ossigeno ai contribuenti in difficoltà a causa del coronavirus.

Secondo i numeri ufficiali, illustrati dal direttore della struttura, Ernesto Maria Ruffini, a ‘pagare’ di più saranno i cittadini, perché dei 18 milioni di soggetti iscritti a ruolo ”15 milioni sono persone non titolari d’impresa, cittadini che hanno delle cartelle per multe o cose simili, e circa 3 milioni sono imprese”.

”E’ chiaro che la ripresa non sarà immediata, per cui dal 15 ottobre non avremo le cassette postali piene”, assicura Ruffini. ”Sarà una ripresa progressiva che nel corso dei mesi andrà diluendo e smaltendo gli arretrati, ma allo stesso tempo riprenderà l’attività ordinaria”.

Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, ”ogni anno circa 5.600 enti differenti affidano mediamente 29 milioni di singoli crediti da riscuotere, ricompresi in circa 16 milioni di cartelle di pagamento, avvisi di accertamento e avvisi di addebito. Questi 29 milioni di singoli crediti, che ammontano in media a circa 80 miliardi di euro, sono relativi a più di 8 milioni di contribuenti”. Considerando i mesi di sospensione (circa 7), l’ammontare delle gettito da recuperare a partire dalla metà del mese si potrebbe aggirare intorno ai 50 miliardi.

Dal 16 ottobre quindi ripartiranno:

  • accertamenti esecutivi,
  • ingiunzioni
  • accertamenti esecutivi.

Si tratta, in particolare, dei versamenti delle quote richieste nelle cartelle di pagamento, avvisi di addebito e di accertamento; rate dei piani di dilazione in scadenza tra l’8 marzo e il 15 ottobre. L’Agenzia delle entrate potrà riprendere le azioni di riscossione, come pignoramenti, fermi amministrativi e ipoteche. Inoltre potranno essere inviate le notifiche di nuove cartelle.

La necessità di interrompere l’attività di accertamento e riscossione nei confronti dei contribuenti è emersa in seguito alla crisi economica provocata dal coronavirus. Il primo provvedimento che ha previsto la loro sospensione è stato il decreto legge cura Italia, che ha congelato tutto dall’inizio del lockdown (8 marzo) fino al 31 maggio. Un secondo slittamento al 31 agosto è stato stabilito con il decreto legge rilancio; mentre l’ultima data del 15 ottobre è prevista dal decreto legge agosto. La richiesta di un ulteriore posticipo arriva da diverse parti, e va dal differimento di altri 45 giorni (quindi fino al 30 novembre) alla fine dell’anno (31 dicembre).

A chiudere le porte a una proroga della sospensione, per il momento, è stato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, secondo cui “è solo la normale ripresa graduale delle attività di riscossione”. I pagamenti richiesti, ricorda il ministro, riguardano “debiti precedenti al coronavirus”.”Abbiamo rinviato molte tasse, siamo stati fra i governi che più hanno dilazionato i pagamenti, abbiamo anche sospeso per parecchi mesi tutte le cartelle, ed ora abbiamo detto all’Agenzia delle Entrate che bisogna ripartire con gradualità”.

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