Un percorso di cinquecento immagini nella storia del Novecento realizzato da uno dei più grandi fotografi del mondo, ed è quello che propone la mostra dedicata a Henri Cartier-Bresson che l’Ara Pacis a Roma ospita fino al 25 gennaio. La retrospettiva ripercorre cronologicamente la sua vita e la sua produzione, che testimonia quasi un secolo di cambiamenti in tutto il mondo. Nella prima parte si vedono le foto della formazione, degli anni Venti, quando aderì al surrealismo di Breton, poi inizia la fase dell’impegno politico, che lo spinse negli anni Trenta a lavorare per la stampa comunista e a realizzare film di propaganda per il PCF, insieme a Jean Renoir. Dopo la seconda guerra mondiale iniziarono i suoi grandi reportage: nel 1947 fu tra i fondatori dell’agenzia Magnum e iniziò a viaggiare per il mondo, realizzò reportage sulla morte di Ghandi, nel 1948, ritrasse la Pechino di Mao nel ’49, arrivò a Mosca nel 1954 dopo la morte di Stalin, andò a Cuba nel ’63 dopo la crisi dei missili, e testimoniò il maggio francese del 1968.
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