Sulle case green al Forum delle imprese del Lazio si è riunito tutto il centrodestra per un confronto con le forze produttive. Nicola Procaccini, responsabile ambiente ed energia del Fratelli d’Italia e copresidente del gruppo dei conservatori al Parlamento europeo afferma: ‘La direttiva sulle case green voluta dalla UE è una norma irrealistica e pericolosa. Perché costringe gli Stati, in particolare l’Italia che non ha un patrimonio immobiliare moderno, a dover ristrutturare milioni di edifici privati. Senza sapere dove prendere i soldi necessari, rischiando un pericoloso salto nel buio come il superbonus insegna’.
‘Questa normativa è anche un attacco al modello sociale che gli italiani hanno da molte generazioni. Per gli italiani la casa è il luogo dove è contenuta la famiglia: lasciare una casa ai propri figli è un obiettivo di vita, un fattore culturale che altre nazioni non hanno. Ora l’Europa pretende di normare il comparto case senza tener conto degli aspetti sociali e culturali che questo comporta. Essere conservatori significa anche conservare il nostro modello sociale: che non è obsoleto come fanno intendere i socialisti, e nella prossima legislatura europea difenderemo la casa a costo di modificare i regolamenti sulla materia’.
Subito dopo le prossime elezioni europee la nuova maggioranza che si formerà dovrà necessariamente porre fine alla stagione delle follie ambientaliste di questi 5 anni. L’impegno dei deputati europei di Fratelli d’Italia in tal senso sarà pieno: approvare misure realistiche che consentano di coniugare la tutela dell’ambiente con le migliori condizioni di vita per i popoli europei è possibile. L’obiettivo preciso sarà evitare innanzitutto che la normativa sulle case green altro non rappresenti una iniqua patrimoniale per i proprietari di immobili.
Letizia Moratti, candidata alle Europee è chiara: ‘La direttiva sulle case green, che Fi non ha votato, è pericoloso: perché impone in tempi non raggiungibili di rivedere classi diverse delle nostre case. E’ una direttiva che non potrà essere rispettata per i tempi; non è coperta da fondi e rischia di far ricadere sui cittadini costi significativi. Ci batteremo perché questa direttiva sia cambiata’.