Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, in aula al Senato al termine del voto sul Decreto dignità, Roma, 7 agosto 2018. ANSA/ANGELO CARCONI

Casellati a Conte: ‘Basta con il ricorso esagerato ai Dpcm. Così si ferisce la democrazia’

Elisabetta Casellati i ntervenuta a un evento sulla scuola, affronta tutti i temi caldi dell’agenda politica. A cominciare dalla proroga dello stato di emergenza al 31 gennaio. Che esautora il Parlamento con l’utilizzo smisurato dei dpcm.

Il Paese può vincere le sfide che lo attendono se governo e Parlamento sapranno fare la loro parte. E’ però necessario che ciò avvenga nel rispetto delle reciproche prerogative. E dei ruoli che la Costituzione affida a ciascuno. La presidente del Senato ricorda che il Parlamento è l’interlocutore primo e insostituibile del governo.

“Una questione di metodo democratico”,  aggiunge con toni severi. “Su cui pesa, certamente, l’avere gestito tutte le fasi dell’emergenza con un ricorso esagerato a Dpcm. Emanati senza preventiva consultazione con un voto del Parlamento. Ma su cui grava, soprattutto, il ricorso troppo frequente a decreti-legge  omnibus. Per di più blindati dal governo con il voto di fiducia. Sui quali un ramo del Parlamento finisce per non toccar palla”. In questo modo, denuncia la Casellati, “viene meno la democrazia parlamentare. E cioè l’equilibrio tra il principio della sovranità popolare e la responsabilità dell’azione di governo”.

“I giovani, che sono stati gli invisibili della pandemia, devono essere una priorità per costruire il nostro futuro. Tanti sono gli interventi indifferibili”, dice. E traccia una fotografia realistica dell’attualità tra cattedre vuote, turni impossibili, banchi promessi e mai consegnati. A dispetto dell’ottimismo dispensato a piene mani dalla ministra Azzolina. “Penso alla scuola, alle incertezze che ne accompagnano la riapertura. Classi itineranti, orari variabili nel corso della settimana, didattica alternata, ora in presenza, ora a distanza, stanno creando non poche difficoltà. Il governo si faccia carico delle proprie responsabilità“.

Il messaggio è chiaro. “Non deleghi ai presidi o alle famiglie. Con il rischio di creare inaccettabili discriminazioni tra studenti di serie A e studenti di serie B. Si deve investire seriamente nella scuola reale. Che è fatta di aule, di relazioni. Di interazione, di confronto. E di dialogo quotidiano tra studenti e docenti. Diversamente, le ricadute sulle famiglie. E in particolare sulle donne sarebbero devastanti”.

Non fa sconti all’esecutivo neppure sul terreno minato dell’economia e del lavoro. “Abbiamo bisogno subito  di interventi fiscali ed economici importanti. Di mettere soldi in tasca agli italiani. Di lavoro. Non di misure assistenziali. O di legislazioni dell’emergenza”. Un attacco alla filosofia grillina del reddito di cittadinanza. “Creare posti di lavoro significa produrre ricchezza. Stimolare i consumi e rimettere in moto la produttività. Abbiamo bisogno di eliminare la burocrazia. Che soffoca gli investimenti. E mortifica l’iniziativa di tanti cittadini. Genova è sicuramente il modello da cui trarre ispirazione”.

L’ultimo avvertimento al governo riguarda il recovery plan. Anche qui non può agire in piena solitudine. “L’Italia è chiamata a predisporre e attuare un progetto di riforme. Importanti e strutturali. È il Parlamento che dovrà offrire al governo linee di indirizzo vincolanti. Per ricostruire il Paese”.

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