Dopo quattro anni dalla sua morte hanno finalmente un volto gli assassini di Domenico Noviello, l’imprenditore coraggio che nel 2001 denunciò alle forze dell’ordine un tentativo di estorsione ai suoi danni, pagando con la vita il proprio desiderio di giustizia. Quando Setola evase dal carcere, nell’aprile del 2008, il suo clan organizzò la vendetta. Noviello venne assassinato mentre si recava a lavoro. Ora a processo presso la Corte d’Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per l’omicidio dell’imprenditore casertano, ci sono il killer Giuseppe Setola e il suo braccio destro, Alessandro Cirillo detto O’sergente. La sentenza ha anche riconosciuto il risarcimento dei danni al Ministero dell’Interno, pari a due milioni di euro, che si era costituito parte civile nel processo. Risarcimento di 300 mila euro a ciascuna delle varie associazioni che si erano costitute parte civile, tra cui il Comitato Don Diana, la Fai e il coordinamento napoletano Antiracket. Tre ergastoli per gli esecutori dell’omicidio di Domenico Noviello, l’imprenditore titolare di un’autoscuola a Castelvolturno, nel Casertano, ucciso dall’ala stragista del clan dei Casalesi, capeggiata da Giuseppe Setola, il 16 maggio del 2008. Il gup Isabella Iaselli del tribunale di Napoli, questa mattina, ha condannato al carcere a vita tre esponenti di spicco del clan: Massimo Alfiero, Giovanni Bertolucci e Davide Granato e ha concesso il risarcimento dei danni di 50 mila euro, in via provvisionale, ai quattro figli, alla ex moglie e alla compagna di Noviello.
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