“Io sto con le forze dell’ordine. Perché scaricare su servitori dello stato tutte le responsabilità senza che venga mai fuori un responsabile politico è indegno per la politica. E per l’Italia”. Lo scrive Matteo Renzi nella sua e-news riguardo il caso Ablyazov. “Dicono che tutta questa vicenda nasca dalla mia ansia di far cadere il Governo. Ma la realtà dei fatti è che io non ho alcun interesse a far saltare il Governo Letta” scrive Renzi riguardo la mozione di sfiducia ad Alfano. “Nei palazzi romani non c’è proprio nessuno che voglia tornare alle elezioni, nemmeno tra i parlamentari delle minoranze. Insomma se cade Letta, non si vota”. Lo scrive Matteo Renzi. “Se anche si formasse un nuovo Governo non sarei io candidabile” aggiunge spiegando che “se andrò a Palazzo Chigi un giorno, ci andrò forte del consenso popolare non di manovre di Palazzo”. “Se molti dirigenti del Pd non vogliono che mi candidi, va bene. Se vogliono tenersi il partito, va bene. Se preferiscono perdere le elezioni pur di mantenere una poltrona, va bene”. Ma non strumentalizzino “una vicenda di cui come italiano mi vergogno. Larga parte della classe dirigente del Pdl e del Pd” ha cercato “di usare questa vicenda per attaccare me”, spiega. Se nel Pd lo fanno “per regolare i conti tra le correnti del Pd, mi vergogno per il Pd”. “La mia ambizione non è cambiare la maggioranza, ma cambiare il Paese. Se Letta lo fa, bene. Se non riesce a farlo, mi dispiace, per lui, per me, per l’Italia. Ma non si cerchino alibi. L’Italia cambierà quando finalmente abitueremo le nuove generazioni ad assumersi le proprie responsabilità” scrive ancora Renzi.
Segreteria Pd, impensabile ora Paese senza Governo “C’è una grande consapevolezza da parte della Segreteria del Pd che il Governo Letta è assolutamente necessario al Paese e con le difficoltà della congiuntura economica in una fase come questa sarebbe impensabile che il nostro Paese non avesse un Governo”. Lo ha detto il responsabile organizzazione Pd Davide Zoggia. La segreteria del Pd “ha convenuto che il governo deve proseguire nell’opera di risanamento e per dare le risposte di cui il Paese ha bisogno”. Per questo ha stabilito che “non potranno essere votate le mozioni delle opposizioni contro il governo”. Secondo il Pd, però, “resta aperto il problema di come ridare credibilità alle istituzioni. Pd in fibrillazione sul caso Shalabayeva. “La posizione del ministro Alfano è oggettivamente indifendibile. Chiederemo al Pd, nella riunione dei gruppi domani, di sostenere la richiesta di dimissioni del ministro”, affermano, in una nota, il vicecapogruppo del Pd a Palazzo Madama Stefano Lepri e 12 senatori renziani.
“Penso che potrebbe essere un atto di grande sensibilità istituzionale e politica e di grande responsabilità se, a fronte degli eventi di questi giorni, il ministro Alfano rimettesse le sue deleghe il suo mandato nelle mani del Presidente del Consiglio”. Così il candidato alla segreteria del Pd, Gianni Cuperlo, ad Agorà Estate su Rai Tre. Immediata la replica del deputato Pdl, Giancarlo Galan, presente in trasmissione: “Se Alfano va a casa, 10 minuti dopo va a casa anche il governo”. Slitta a data da destinarsi (probabilmente domani) la riunione fissata tra i senatori e il segretario del partito, Guglielmo Epifani. La riunione era stata convocata per decidere il da farsi sulla mozione di sfiducia nei confronti di Alfano. Il presidente del Consiglio rassicura da Londra sulla durata del governo: “Non ho mai scommesso in vita mia, non scommetto per definizione ma non vedo su questo tema nubi all’orizzonte”. “Ho chiesto io l’inchiesta interna poi l’ho resa pubblica e venerdì sarò in parlamento. Che altro devo fare sono tranquillissimo con il mio partito, con Renzi nessun problema, ci parliamo, ci siamo parlati”.
“Credo che la posizione del ministro Alfano sia molto difficile. Ieri in Senato abbiamo ascoltato le sue parole. Ma oggi sui giornali ne abbiamo lette altre che non sono esattamente in sintonia con le sue”. Anna Finocchiaro (Pd) sostiene così che “sarebbe atto responsabilità istituzionale se Alfano rimettesse la sua delega nelle mani del premier”.
Procaccini, nessuna contraddizione con Alfano – “Nessuna contraddizione con il ministro Alfano. Mi riconosco nella sua veritiera ricostruzione”. Lo afferma Giuseppe Procaccini, capo di Gabinetto dimissionario del ministro dell’Interno. “Nessuna contraddizione con il ministro Alfano. Mi riconosco nella sua veritiera ricostruzione”. Lo afferma Giuseppe Procaccini, capo di Gabinetto dimissionario del ministro dell’Interno. “Leggo su alcuni giornali, ai quali ho rilasciato interviste – afferma Procaccini – una ricostruzione sostanzialmente corretta delle mie parole, laddove racconto i fatti. Mi spiace che alcune ricostruzioni tendano a mettermi in contraddizione con quanto sempre detto dal ministro Alfano, con il quale non c’é alcuna differenza di visione, in quanto mi riconosco nella veritiera ricostruzione dallo stesso resa in tutte le sedi; ricostruzione, peraltro, coincidente con la mia”. “Tra l’altro – continua Procaccini – preciso che i miei colloqui con i giornalisti, nonché le mie dimissioni, sono antecedenti alle comunicazioni rese, sulla relazione, dal ministro in Parlamento; relazione che è coerente con quanto da me affermato”. Intanto, la Lega Nord rende noto che “non voterà la mozione di sfiducia ad Alfano anche se l’intervento del ministro dell’Interno alle Camere contiene ancora alcuni punti da chiarire”. Lo dichiarano i capigruppo della Lega Nord di Senato e Camera, Massimo Bitonci e Giancarlo Giorgetti, per i quali la responsabilità è di Letta che deve riferire alle Camere. “Nel complesso – proseguono i capigruppo della Lega – ci ha convinto che le responsabilità politiche dell’affare Kazako siano non di un singolo ministro ma collettive, dell’intero Governo. Per questo chiediamo in maniera ufficiale che sia il capo dell’Esecutivo Enrico Letta a riferire in Parlamento sull’intera vicenda. Letta non può continuare a nascondersi dietro il ministro Alfano o, peggio, dietro alcuni funzionari del Viminale. E’ giunta l’ora per lui – concludono – di assumersi le sue responsabilità e affrontare le Aule di Camera e Senato”.
“L’invasività” dei diplomatici kazaki che chiedevano la cattura di Mukhtar Ablyazov “non è stata ben gestita dai vertici del Dipartimento di pubblica sicurezza”. Lo ha detto il capo della polizia, Alessandro Pansa, in audizione alla commissione Diritti umani del Senato. “Non direi che la vicenda Ablyazov rappresenti una macchia per la polizia, semmai un errore”. Lo ha detto il capo della polizia al termine della sua audizione in commissione Diritti umani del Senato.
Su istruzioni del ministro degli Esteri Emma Bonino, un funzionario diplomatico dell’ Ambasciata d’Italia ad Astana si sta recando a Almaty, dove si trova la signora Shalabayeva, per incontrarla nuovamente, verificare le sue condizioni e notificarle personalmente la revoca del provvedimento di espulsione. Lo riferisce la Farnesina. Emma Bonino ha espresso all’incaricato d’affari kazako forte sorpresa e disappunto per le irrituali modalità di azione presso le autorità italiane dell’amb. Yelemessov sul caso Shalabayeva. Il ministro ha in particolare stigmatizzato la circostanza che i rappresentanti kazaki non abbiano mai interessato la Farnesina. Il ministro degli Esteri Emma Bonino ha sottolineato all’incaricato d’affari kazako, Zhanybek Manaliyev, che il coinvolgimento di una minore (la figlia di 6 anni della signora Shalabayeva) rende la vicenda ancora più grave sul piano della tutela dei diritti umani. Lo riferisce la Farnesina. Il ministro degli Esteri Emma Bonino ha ribadito all’incaricato d’affari del Kazakistan Zhanybek Manaliyevla – convocato urgentemente alla Farnesina in assenza dell’Ambasciatore Adrian Yelemessov – la richiesta del governo italiano che alla signora Shalabayeva e alla piccola Alua siano garantiti tutti i diritti da parte delle autorità kazake. A seguito della revoca del provvedimento di espulsione, da parte italiana ci si attende che alle due cittadine kazake possa essere quanto prima restituita la piena libertà di movimento. Il Ministro degli Esteri Emma Bonino ha sensibilizzato sulla vicenda Ablyazov il ministro degli Esteri della Lituania, Linas Linkevicius, nella sua qualità di presidente di turno dell’Unione europea.
(Fonte Ansa)