Caso Asso 28 e versioni contrastanti

 E’ arrivata dal Marine Department di Sabratah la richiesta di procedere in direzione di un gommone avvistato a circa 1,5 miglia sud est dalla piattaforma. Così , la società Augusta Offshore di Napoli, armatrice dell’Asso Ventotto, sull’intervento di soccorso di ieri. L’azienda conferma che le attività di soccorso si sono svolte sotto il coordinamento della Coast Guard libica.

Il rimorchiatore Asso Ventotto – che si trovava in assistenza alla piattaforma di estrazione ‘Sabratah’ della Mellita Oli & Gas (Joint Venture tra Eni e Noc libica), a 57 miglia marine da Tripoli, 105 miglia da Lampedusa,  si è diretto ieri verso un gommone in difficoltà avvistato a circa 1,5 miglia dalla piattaforma, dopo aver imbarcato rappresentanti dell’Authority libica sulla piattaforma stessa. Lo precisa la società Augusta Offshore di Napoli, armatrice dell’Asso Ventotto. La richiesta di intervenire era arrivata dal Marine Dept. di Sabratah.

L’Italia rischia una condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo per la vicenda del rimorchiatore Asso che opera a supporto delle piattaforme petrolifere nel Mediterraneo, e ha riportato in Libia 108 persone recuperate a bordo di un gommone in difficoltà. Potrebbe accadere, dice Marina Castellaneta, ordinario di diritto internazionale a Bari. Che spiega: in base a tutte le Convenzioni internazionali lo Stato deve fare in modo che chiunque faccia richiesta di asilo venga tutelato e seguito in questa richiesta. E dunque ha l’obbligo che le sue navi, quelle che battono la sua bandiera, non effettuino dei respingimenti.

L’Unhcr, d’altra parte ha accusato: la Libia non è un porto sicuro e questo atto potrebbe comportare una violazione del diritto internazionale.

Ma il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha puntualizzato: ‘La Guardia Costiera Italiana non ha coordinato e partecipato’. E la Guardia costiera italiana aggiunge che le operazioni si sono svolte sotto il coordinamento della Guardia costiera libica che ha gestito l’intera operazione.

‘L’ordine ad Asso 28 di riportare a Tripoli i migranti soccorsi a bordo di un gommone è arrivato dalla piattaforma per cui lavora il rimorchiatore, vale a dire dall’Eni. E le autorità italiane erano informate fin dall’inizio dell’intera operazione di soccorso in quanto la prima segnalazione di un gommone in difficoltà era partita proprio dal Imrcc di Roma’,  afferma il deputato di LeU Nicola Fratoianni, che si trova a bordo di Open Arms, ricostruendo la vicenda che si è conclusa con il ritorno dei migranti a Tripoli.

Eni smentisce categoricamente qualsiasi coinvolgimento nella vicenda della Asso 28, che è stata interamente gestita dalla Guardia Costiera Libica. Lo riferisce la società in una nota, spiegando che l’operazione di soccorso è stata gestita interamente dalla guardia costiera libica che ha imposto al comandante dell’Asso 28 di riportare i migranti in Libia. Durante il trasferimento verso Tripoli a bordo del vessel era presente anche un rappresentante della guardia costiera libica. La suardia costiera libica presidia ogni piattaforma che opera nelle sue acque territoriali e ha gestito l’operazione di soccorso in totale autonomia.

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, come detto,  smentisce il sostegno della guardia costiera italiana nelle operazioni di salvataggio dei  migranti nel Mediterraneo, poi riportati in Libia: ‘La guardia costiera Italiana  non ha coordinato e partecipato a nessuna di queste operazioni, come falsamente dichiarato da una Ong straniera e da un parlamentare di sinistra male informato’.

‘L’unica cosa che posso dire è che la Guardia Costiera italiana non è stata interessata al coordinamento e al salvataggio, perciò non ci ha fornito alcuna indicazione. Quindi il diritto internazionale non è stato violato’,  ha detto il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli interpellato sulla nave Asso 28 a margine di un’audizione al Senato: ‘Non si tratta di un respingimento collettivo. I circa cento migranti a bordo del gommone sono stati salvati e in tutto ciò l’Italia non c’entra, perché le operazioni sono state gestite dalla Guardia costiera libica. Noi non abbiamo mai avuto voce in capitolo. I porti libici non sono sicuri secondo le convenzioni internazionali? L’Unione europea ha dato mandato per la costituzione della Guardia costiera libica, il precedente governo ha dato una mano dando delle motovedette e noi faremo altrettanto. Il diritto del mare è stato rispettato. Altre versioni non esistono’.

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