Caso Consip nell’intercettazione tra Renzi e il padre

Una telefonata animata quella  intercorsa, ed intercettata,  tra Matteo Renzi e il padre Tiziano: ‘Non ti credo. Devi dire la verità’. La telefonata  è quella avvenuta il 2 marzo tra Matteo Renzi e il padre Tiziano, in quel momento indagato nell’ambito dell’inchiesta Consip per traffico di influenze con  Carlo Russo. Il contenuto della telefonata è svelato  nell’ultimo libro di Marco Lillo, giornalista del ‘Fatto Quotidiano’. Su questa vicenda la Procura di Roma ha aperto un nuovo procedimento nell’ambito per violazione del segreto d’ufficio e pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale sono le ipotesi di reato formulate dai pm di piazzale Clodio.

‘Io non voglio essere preso in giro e tu devi dire la verità in quanto in passato la verità non l’hai detta a Luca (Lotti) e non farmi aggiungere altro. Devi dire se hai incontrato Romeo una o più volte e devi riferire tutto quello che vi siete detto’.
Renzi è preoccupato per le ricadute che l’indagine a carico del padre possono avere sul suo futuro politico. Ecco un altro passaggio chiave in cui il segretario del Pd intima il padre a essere più preciso: ‘Devi ricordarti tutti gli incontri e i luoghi, non è più la questione della Madonnina e del giro di merda di Firenze per Medjugorie’.

Il padre di Renzi, sempre secondo quanto rivela il Fatto, tentenna. Il figlio chiede: ‘È vero che hai fatto una cena con Romeo’. La risposta  non è netta ma sibillina. I carabinieri  annotano: ‘Tiziano dice di non e che le cene se le ricorda ma i bar no. Cioè Tiziano Renzi nega un incontro al ristorante come è stato riferito ai pm e ai giornali da Mazzei che a sua volta l’aveva appreso da Romeo in persona. Però, se il no sui ristoranti è netto, non lo è altrettanto quello su un possibile incontro con l’imprenditore campano in un bar’.

Renzi insiste e quando il padre risponde di non aver mai incontrato Romeo, replica: ‘Non ti credo’.
Il segretario Pd commenta oggi l’intercettazione della chiamata: ‘Politicamente parlando le intercettazioni pubblicate mi fanno un regalo. La pubblicazione  è come sempre illegittima ed è l’ennesima dimostrazione di rapporti particolari tra alcune procure e alcune redazioni. Ma non ho alcun titolo per lamentarmi: non sono il primo a passare da questa gogna mediatica’.
Ricostruisce poi l’intera giornata in cui chiamò il padre Tiziano: ‘Ma umanamente mi feriscono perché in quella telefonata sono molto duro con mio padre. E rileggendole mi dispiace, da figlio, da uomo. Da uomo delle istituzioni, però, non potevo fare diversamente’.
La vicenda della telefonata tra  Renzi e il padre Tiziano piomba nel dibattito politico e ripropone il tema, più generale, delle intercettazioni.  5 Stelle a parte   gli esponenti degli altri partiti si schierano a sostegno di Renzi, ma lo fanno principalmente per sottolineare la contrarietà all’uso delle intercettazioni ‘selvagge’.
 Il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, afferma: ‘È necessario individuare i responsabili, chi ha fatto uscire questa intercettazione? Da chi e’ autorizzata? Da dove è uscita? Chi ha fatto questa intercettazione? La Procura? Su quale notizia di reato? All’interno di quale fascicolo si trova? Ecco perché ho orrore e non voglio entrare in questo sistema di massacro delle persone’.
Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario di Scelta civica, Enrico Zanetti: ‘Tanto di cappello al mio ex presidente del Consiglio’, dichiara l’ex sottosegretario all’Economia, aggiungendo che dalle intercettazioni emerge il fatto che Renzi non sapeva nulla della vicenda e che raccomandava al padre di dire tutta la verità ai magistrati.
A difendere Renzi è anche Pier Ferdinando Casini: ‘Dalle intercettazioni del ‘Fatto Quotidiano’,  come al solito pubblicate illegalmente,  emerge Matteo Renzi come una persona perbene. Ogni altra considerazione, per me, ha molto meno valore di questa: le sue parole sono inequivocabili e anche i suoi peggiori avversari dovrebbero riconoscerlo’.
Daniele Capezzone, deputato di Direzione Italia, insiste sul tema delle intercettazioni. ‘Nessuna simpatia né per Renzi figlio né per Renzi padre. Ma le intercettazioni sui giornali restano una barbarie. Senza eccezioni. E chiunque ne sia oggetto’.

Si schierano con Renzi molti esponenti del Pd. ‘Oggi il Fatto ricomincia con Consip. Spero che la lunga pausa sia servita almeno a cambiare fornitore d’intercettazioni, visti i precedenti’, scrive il presidente del Pd, Matteo Orfini, su Twitter.

Moreno Manzi

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