Dopo giorni di polemiche e critiche, il premier Giuseppe Conte si è presentato alla Camera per una informativa urgente sul caso Fiber e il presunto conflitto di interessi legato all’applicazione del golden power da parte del governo italiano.
Intervenuto alla Camera per una informativa urgente sul presunto conflitto di interessi legato al caso Fiber 4.0, Giuseppe Conte ha ripercorso la sua attività legale per la società, avvenuta prima dell’inizio della sua esperienza politica. “La richiesta di riferire sulla questione di un presunto conflitto di interessi mi permette di fare chiarezza su una vicenda che è stata portata all’attenzione di vari organi di stampa. Alcuni di questi organi hanno presentato ricostruzioni distorte”. “Nel maggio 2018, quando ancora svolgevo la professione di avvocato, ho ricevuto da Fiber 4.0 l’incarico di redigere un parere giuridico pro veritate sulla applicabilità della disciplina della golden power e dei conseguenti obblighi di notifica. Questo è stato l’unico contatto professionale con la Fiber 4.0. Ho esaminato i documenti che mi sono stati inviati senza mai incontrare gli amministratori o i delegati della società”.
Giuseppe Conte ha poi specificato di non essere a conoscenza della presenza di Mincione tra gli investitori. “Non ero a conoscenza che tra gli investitori ci fosse Mincione o che parte degli investimenti provenisse dalle finanze vaticane. Ho accettato l’incarico senza sapere che da lì a poco avrei guidato un governo che poi avrebbe dovuto deliberare sulla golden power”.
“Preciso che il primo incontro interlocutorio del 13 maggio rispetto al conferimento dell’incarico di governo intervenuto a distanza di giorni dall’accettazione dell’incarico. In quel giorno il parere era al termine e sarebbe stato consegnato il 14 maggio. Il parere ha riguardato l’applicabilità della disciplina. Mi sono astenuto da qualsivoglia forma di coinvolgimento formale e sostanziale sull’applicazione della golden power sul caso Retelit”.