Caso Franceschi: probabili responsabilità del personale medico

Una perizia effettuata in Francia il 10 agosto scorso, testimonierebbe l’esistenza di  “gravi responsabilità del personale medico, paramedico e penitenziario in servizio nel carcere di Grasse”. E’ quanto riferito dall’avvocato Aldo Lasagna, che insieme all’avvocatessa Maria Grazia Menozzi assiste Cira Antignano, mamma di Daniele Franceschi, il 36enne di Viareggio morto il 25 agosto 2010 in circostanze mai chiarite nel carcere francese di Grasse dove era detenuto con l’accusa di falsificazione e indebito utilizzo di carte di credito.

Le autorità del carcere transalpino hanno sempre parlato, in relazione al decesso di Franceschi, di morte dovuta ad infarto. Invece, in base alla perizia del 10 agosto scorso, condotta da un medico legale e da un cardiologo, emergerebbe che sarebbero state ignorate le richieste di aiuto di Franceschi, ma anche di un compagno di cella e di un agente di custodia. I risultati della perizia sono stati notificati dal giudice istruttore Sandrine André all’avvocato Luc Febbraro, che rappresenta in Francia Cira Antignano.

“Con questa perizia – commenta l’avvocato Aldo Lasagna – si intravedono finalmente delle responsabilità precise per l’amministrazione penitenziaria francese.”

Daniele Franceschi – questo il risultato clamoroso a cui sarebbe giunta la perizia – poteva essere salvato e curato, ma nel carcere transalpino nessuno si è occupato di lui. Le autorità fecero svolgere un’autopsia a Nizza e il cadavere venne restituito mesi dopo alla famiglia senza alcuni organi interni.

Ora tutto è in mano alla magistratura francese, che potrebbe aprire a breve un processo a carico dei responsabili del decesso del 36enne viareggino, e si potrebbero avere presto un nome e un cognome.

Comincia a sgretolarsi il muro di gomma delle autorità francesi“, commenta la madre di Daniele. La signora Antignano, secondo quando riferisce l’avvocato Aldo Lasagna, ha appreso la notizia “con cauto ottimismo e moderata soddisfazione“.

La mamma di Franceschi mette comunque in relazione questo primo ‘successo’ legale con le sue continue azioni di protesta volte ad ottenere la verità, l’ultima delle quali risale al 25 agosto scorso, quando, in occasione dell’anniversario della morte del figlio Daniele, la donna si è recata davanti all’Eliseo, a Parigi, ed è riuscita a consegnare una lettera a Carla Bruni.

La signora Antignano è pronta a rivolgersi al Parlamento europeo e agli organi di giustizia Ue e internazionali, spiega ancora l’avvocato Lasagna, per sapere che fine hanno fatto gli organi interni prelevati al figlio durante la prima autopsia, eseguita lo scorso anno a Nizza.

 

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