Caso Gregoretti e Salvini: ‘Rischio il carcere per aver difeso Paese’

‘Rischio processo e galera per aver protetto i confini della Patria. Sono sereno e la serenità mi è data anche dall’affetto delle persone che incontro ogni giorno che mi esortano ad andare avanti, a filare dritto per difendere l’Italia’, afferma il leader della Lega, Matteo Salvini, sul suo profilo twitter, dopo aver appreso che il Tribunale dei Ministri di Catania chiede l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti per il caso della nave Gregoretti. E questa mattina, alla Camera, in occasione della presentazione di un libro ha aggiunto: “Conto di trascorrere a piede libero il 2020 per portare avanti le nostre battaglie. L’accusa nei suoi confronti è che “abusando dei poteri da ministro ha privato della libertà personale 131 migranti bloccati a bordo della nave della Guardia Costiera dalle 24.35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio. Conto di trascorrere il 2020 a piede libero. Voglio guardare in faccia quelli con cui abbiamo condiviso scelte di governo ed oggi hanno cambiato idea. Queste le parole riportate dall’Ansa del segretario della Lega Matteo Salvini dopo la decisione del Movimento Cinque Stelle di votare a favore dell’autorizzazione a procedere contro il leader leghista per la vicenda della nave Gregoretti.

Salvini è poi tornato ad attaccare l’esecutivo Conte: “Se il governo pensa di fare un decreto legge raccatta-spazzatura” per recuperare le norme non inserite nella Manovra “andremo al Quirinale: c’è un limite alla indecenza parlamentare”.

Oltre ad avere espropriato il Parlamento sulla Manovra stanno cercando di recuperare tutto quello che non sono riusciti a mettere nella Legge di Bilancio con un altro decreto. A partire dalle norme sulla cannabis, ha spiegato il leader della Lega.

“Al governo c’è un pregiudizio di stampo sovietico di odio verso l’iniziativa privata. Avevamo chiesto a Conte  di rivedere il codice degli appalti ma da un anno e mezzo non si vede nulla. La verità è che tra Alitalia e Ilva abbiamo 150 crisi aziendali aperte e lasciate inevase al Mise da Di Maio prima che si mettesse a fare il tour operator…”.

“Oggi alle 13.30 incardineremo la vicenda del già ministro Salvini, per la vicenda della nave Gregoretti, e si darà al senatore Salvini un termine di 15 giorni come da prassi per chiedere di essere sentito dalla Giunta o per inviare una memoria scritta. La Giunta ha un termine di 30 giorni per prendere una decisione che poi passa all’aula che entro altri 30 giorni, quindi prima della fine di febbraio, dovrà pronunciarsi”.

Questo il timing sull’autorizzazione a procedere contro il leader della Lega per il caso Gregoretti spiegato dal presidente della Giunta delle Immunità del Senato Maurizio Gasparri (Forza Italia), ad “Agorà” su RaiTre.

Il calendario – spiega Gasparri – è stato fissato in maniera molto serrata. Oggi stabiliremo questo termine di 15 giorni che scadrà il 3/4 gennaio, dopodiché abbiamo fissato riunioni il giorno 8 gennaio alle ore 14; il giorno 9 gennaio alle ore 08.30; lunedì 13 gennaio alle ore 15.30 e poi altre riunioni nella settimana.

Abbiamo fissato una possibile data di votazione il giorno lunedì 20 gennaio alle ore 17. Oggi è il 19 dicembre, quindi rispetteremo il termine dei 30 giorni nonostante ci siano in mezzo le festività, ma non andremo oltre il termine che il regolamento ci affida. ,

Da mia previsione arriverà in aula il 10/15 febbraio immagino. Questo però dipende dalla Presidenza del Senato e dalla conferenza dei capigruppo. Io rispondo dei termini della Giunta, e assicuro che noi entro il 20 gennaio, probabilmente proprio il 20 gennaio, che è un lunedì pomeriggio, faremo la votazione.

Io sarò il relatore – conclude il forzista -, farò una proposta alla Giunta, ovviamente devo esaminare tutto il carteggio che ci è arrivato appena ieri sera in Giunta e quindi in questi giorni esamineremo la questione.

Diverse le reazioni politiche. Anche se a far discutere in queste ore è la posizione assunta dai 5Stelle nei confronti dell’ex alleato di governo. Il ministro degli esteri, nonchè capo politico dei 5Stelle, Luigi Di Maio, nel corso della trasmissione “Porta a Porta” ha detto che il Movimento voterà a favore dell’autorizzazione a procedere. E spiega:  “Voglio ricordare una cosa: quando un anno prima bloccammo la Diciotti, era perché l’Europa non ci ascoltava. Facemmo la voce grossa e poi riuscimmo ad ottenere la redistribuzione in altri Paesi europei. Un anno dopo, la redistribuzione funzionava, quindi il blocco della Gregoretti non fu un’azione decisa dal governo, ma dal ministro dell’Interno Salvini. In questo caso l’interesse pubblico prevalente non c’era, fu un’azione personale, tanto che dopo li fece sbarcare. Noi voteremo contro l’interesse pubblico prevalente”. Di Maio poi conclude: “Auguro a Salvini di dimostrare la sua innocenza”.

“I giornali danno notizia di una nuova richiesta di procedere nei confronti di Salvini, ancora una volta per aver privato della libertà personale 131 migranti a bordo della nave Gregoretti. La reazione di Salvini è stata violenta. Ha invocato il diritto di difendere i confini e di esercitare il proprio ruolo. Ha detto che non vede l’ora di guardare negli occhi i magistrati che lo accusano. Non è vero ovviamente”, così in una nota Matteo Orfini, parlamentare del Partito Democratico.

Fece lo stesso nel caso della Diciotti salvo poi farsi salvare dal Parlamento invocando l’immunità. Ma c’è qualcosa di più delicato in queste vicende. Perché il tentativo di Salvini e della destra è quello di far passare il principio che chi fa politica non è tenuto a rispettare le leggi. E che non lo è nemmeno quando quelle leggi tutelano le libertà personali”, prosegue. “Io non so se Salvini sia colpevole o no. So però che un ministro dell’Interno in una democrazia non può abusare del suo potere per privare delle persone della propria libertà. E che non c’è alcuna ragion di stato che possa giustificare un atto del genere. Perché queste cose avvengono solo nei regimi. Spero che nel frattempo lo abbia capito anche il M5s che la volta scorsa salvò Salvini dal processo votando a suo favore in parlamento”, conclude Orfini.

Arianna Manzi

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