Caso Gregoretti, la copia dei contatti tra Viminale e Palazzo Chigi in mano a Salvini

Il caso Gregoretti continua a tenere banco nelle sedi del governo e non solo. Secondo quanto precisato da fonti leghiste citate dall’Ansa, Matteo Salvini avrebbe in mano delle copie dei contatti tra il Viminale e Palazzo Chigi sulla vicenda della nave della Guardia Costiera. Documenti che, se fossero veri, potrebbero ‘sbugiardare’ il premier Conte e di conseguenza la ricostruzione fatta da Palazzo Chigi. Le carte annunciate dal Carroccio potrebbero essere allegate alla memoria difensiva che nei prossimi giorni il leader di via Bellerio dovrebbe presentare alla Giunta delle immunità, chiamata a decidere sul futuro dell’ex ministro dell’Interno.

Il ‘passaggio’ della Giunta delle immunità sarà fondamentale per capire il destino dell’ex titolare del Viminale. In caso di voto al Senato, infatti, è atteso il via libera all’autorizzazione a procedere visto che M5s e PD sono pronte a votare contro Salvini. Come ministro non posso commentare la vicenda – ha detto ai microfoni della trasmissione radiofonica ‘Circo Massimo’ Alfonso Bonafede – ma come esponente del M5s posso constatare che per noi la vicenda è molto diversa da quella della Diciotti e ci sono i presupposti per dare parere favorevole al processo visto che in quel caso c’era la possibilità della redistribuzione nei diversi Paesi.

Non si è fatta attendere la replica di Matteo Salvini che ha duramente attaccato il suo ex alleato: ‘Il signor Bonafede  è disastroso. Mentre si prepara con la sua ‘riforma’ a tenere sotto processo a vita milioni di italiani, invoca il processo per Salvini. Condivido la richiesta avanzata dagli avvocati italiani: dimissioni’.

‘Quello contro Salvini è un attacco politico, sferrato contro un ministro dell’Interno che ha semplicemente assicurato la sovranità dello Stato nelle sue acque territoriali’,  l’ammiraglio Nicola De Felice smonta l’impianto accusatorio del Tribunale dei ministri di Catania che, ribaltando la decisione della stessa Procura del capoluogo etneo – che aveva deciso di archiviare il procedimento – vuole processare Matteo Salvini per sequestro di persona. La vicenda fa riferimento ai 131 immigrati che nel luglio scorso vennero trattenuti per alcuni giorni a bordo della nave Gregoretti.

Secondo l’ammiraglio l’iscrizione di Matteo Salvini nel registro degli indagati sarebbe in netto contrasto anche con le sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu), che ‘hanno sempre riconosciuto il diritto dell’Italia a non fare sbarcare i migranti clandestini nei propri porti se non in caso di situazione di emergenza’, spiega in una intervista rilasciata a Prpchannel. La stessa decisione del Tribunale dei ministri, prosegue l’ammiraglio De Felice, appare un inverosimile attacco politico, in quanto non tiene minimamente conto che l’ex ministro dell’Interno ha agito in quel modo garantendo la doverosa azione politica che ha permesso di assicurare la sovranità dello Stato nelle sue acque territoriali, in ossequio alla Legge del Mare delle Nazioni Unite ed al Codice della Navigazione, sulla base della tutela degli interessi nazionali definiti dell’autorità politica democraticamente eletta dal popolo sovrano, ai sensi dell’articolo 1 della Costituzione.

De Felice sposa in pieno la tesi di Zuccaro e giudica un chiaro attacco politico, una forzatura, la decisione del Tribunale dei ministri. E lo fa citando anche il caso di Carola Rackete. ‘Nel frattempo nessuno si preoccupa del dissequestro della nave Ong Sea Watch 3 della Carola Rackete che ha infranto le norme internazionali, calpestato le leggi nazionali sulla sicurezza e speronato una nave da guerra italiana (riconosciuta dalla Cassazione), mettendo a repentaglio la vita di 5 dei nostri militari. Siamo oramai fuori da ogni oggettiva logica del buon senso!’.

‘Leggeremo le carte e decideremo, senza isterismi e senza sventolare cappi e manette, come si fa nei paesi civili’,  afferma in un post su Fb il capogruppo di Italia Viva in Senato Davide Faraone torna sulla vicenda del voto sulla vicenda della nave Gregoretti. “E adesso la domanda è: quindi salvate Salvini dal processo?”, scrive Faraone: “Noi non usiamo le questioni giudiziarie a fini politici, non lo abbiamo mai fatto e mai lo faremo. Oppure il garantismo vale per gli amici, mentre per gli avversari politici si diventa giustizialisti?”.

Come si apprende da fonti della Lega, Matteo Salvini ha conservato una copia delle interlocuzioni scritte riguardanti il caso dei migranti sulla nave militare Gregoretti, quando era al Viminale. Si tratterebbe di “numerosi contatti anche tra il ministero dell’Interno, la presidenza del Consiglio, il ministero degli Affari esteri e organismi comunitari. Inoltre, sulla redistribuzione degli immigrati, secondo la Lega, era stata contattata anche la Cei.

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