Dopo quasi sette anni il caso Meredith chiude. Questa volta definitivamente. Amanda Knox ha avuto 28 anni di carcere, Raffaele sollecito 25 con divieto di espatrio. L’americana di Seattle non se l’aspettava, l’ha detto al canale statunitense ABC: “Essendo stata in passato giudicata innocente, mi aspettavo di meglio dal sistema giudiziario italiano. Contro di me un apparato accusatorio inesistente”. Amanda appare spaventata, impietrita, forse incredula. C’aveva creduto alla sua innocenza e invece ha avuto più anni di condanna rispetto alla prima sentenza perché accusata anche di calunnia nei riguardi di Patrik Lumumba. Non piange e ne si dispera ma i suoi occhi parlano da soli. Intanto uno dei suoi legali, Luciano Vigra, annuncia alle telecamere che ci sarà un ricorso perché la Knox, sua difesa, è innocente. Ma dopo tutti questi anni si potrebbe mai riaprire per la seconda volta un caso che ha accompagnato la cronaca nera italiana per anni? Probabilmente no. Raffaele Sollecito -invece- stamane in tribunale, ha poi deciso di conoscere l’esito del verdetto a casa sua. Il suo legale, Luca Maori, ha detto che il suo cliente è sotto shock e “annichilito”; <<non ha aperto bocca poiché è “senza parole”>> ha continuato l’avvocato. Intanto la famiglia di Meredith Kercher non ha voluto festeggiare in aula ed è rimasta piuttosto impassibile alla lettura della condanna per i due -ormai possiamo chiamarli così- assassini. I parenti della vittima si sono limitati a stringere le mani ai loro legali e a parlare con il pg. L’unico ad avvicinarsi alle telecamere è il fratello di Meredith, Lile, che rilascia un unico e solo commento “Non è tempo di festeggiare”.