Caso Milanese. Lega tentata a votare per il sì

La decisione ufficiale spetta all’assemblea del gruppo che dovrebbe riunirsi stasera al termine dei lavori dell’Aula. Ma una buona parte dei deputati della Lega sembrerebbe già aver “tratto il dado” sulla sorte del deputato del Pdl Marco Milanese e concedere l’autorizzazione all’arresto chiesto dalla Procura di Napoli. Un aiuto viene dato loro dal voto segreto. I parlamentari che fanno riferimento a Roberto Maroni sembrano ad essere i più determinati a non salvare l’ex braccio destro del ministro del Tesoro perché i militanti non capirebbero un tale atteggiamento. Se dovesse essere scelta la libertà di coscienza, come per Papa e grazie al voto segreto, 40 sarebbero i leghisti pronti a votare giovedì per il carcere a Milanese. Numero che dovrebbe scendere di poco anche se dal partito dovesse venire un’indicazione diversa: “Se per Papa valeva la libertà di coscienza, perché non dovrebbe valere per Milanese?”, è la domanda ricorrente. Non a caso, lo stesso Bossi dal “Non mi piace fare arrestare la gente” di martedì, è passato il giorno dopo ad affacciare la libertà di coscienza: “E’ una possibilità”. Una determinazione, quella dei deputati che fanno capo al ministro Maroni, che affonda nella “consapevolezza della nostra forza” e nella volontà di provare a far cambiare passo alla legislatura. Ma la verità è che in molti, dalle parti di via Bellerio, hanno il timore che salvando il deputato Pdl perdono un bel pò di voti. Bossi già sta preparando il terreno e il ritorno alla secessione è solo un modo per galvanizzare l’elettorato in vista delle elezioni. La Lega ha l’esigenza di iniziare a smarcarsi dal presidente del consiglio. L’imperativo è uscire dall’angolo per non essere risucchiati nel baratro elettorale cui potrebbe presto finire il premier. Il Carroccio non ha portato quasi nulla ai suoi elettori e rischia, ora, di farsi scappare anche la tutela delle pensioni dopo la decisione di S&P di declassare l’Italia. Il cambio di rotta ai leghisti viene offerto proprio dal voto su Milanese per il suo duale significato politico. Il sì all’arresto sarebbe un avvertimento a Tremonti e alla sua politica. “Caro Giulio ora si cambia strategia”. Ma un voto favorevole alla richiesta dei magistrati di Napoli rappresenterebbe soprattutto un out out al Governo: se non si fa quello che vuole la Lega allora tutti a casa e si ritorni al voto. E in questa fase storica sia politica che economica l’unico ricatto tollerabile per Berlusconi sembra essere proprio quello proveniente dalla Lega di Bossi. Sempreché i deputati del Pdl siano favorevoli a subire i ricattari ancora per diciotto mesi.

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