“Per me va bene il carcere, ai domiciliari non ci vado”. Commenta così il direttore de “Il Giornale” Alessandro Sallusti, la decisione del giudice di Milano Guido Brambilla, che ha accolto l’istanza dei domiciliari per il giornalista condannato per diffamazione. “Supplico il Procuratore Edmondo Bruti Liberati che mi mandi i carabinieri e mi traducano in carcere”, ha ribadito Sallusti anticipando che farà di tutto per essere messo in manette: “appena mi portano a casa per i domiciliari tornerò subito a lavorare qui al Giornale commettendo in questo modo il reato di evasione”.
Giudice incompetente. Il giudice Guido Brambilla nel provvedimento di accettazione dei domiciliari, si è detto incompetente in merito alla sospensione dell’ordine di esecuzione concessa nei giorni scorsi dal procuratore Edmondo Bruti Liberati. Brambilla ha inoltre disposto le prescrizioni di routine come, per esempio, non avere rapporti con persone estranee al domicilio dove scontare gli arresti. Nulla invece è stato deciso in merito alla possibilità per Sallusti, di continuare ad esercitare l'attività di direttore in quanto la richiesta non è stata avanzata dal giornalista e dai suoi legali.
Camera verso ddl che elimini carcere per giornalisti. Intanto si discute sulla possibilità che la Camera vari un provvedimento che tolga il carcere anche per i giornalisti che diffamano. Lo rivelano fonti del Palazzo di giustizia di Montecitorio, precisando come dal Colle ci siano pressioni per l’approvazione di un provvedimento che elimini la pena della detenzione nei casi di diffamazione, così come chiede l’Europa. Una normativa ad hoc, che potrebbe così sopperire alla mancata approvazione al Senato del ddl voluto da d Vannino Chiti (Pd) e da Maurizio Gasparri (Pdl), per ‘salvare’ dal carcere il direttore de 'Il Giornale' Alessandro Sallusti. Le fonti riferiscono che il progetto potrebbe essere presentato o come un testo autonomo o come emendamento al provvedimento sulla tenuità del fatto ancora all’esame dell'Aula di Montecitorio.