Caso Sarti, i conti non tornano

Il caso Sarti rischia di trascinare nel fango mediatico il M5S. Ma ora i problemi non sono le foto hot dell’ex presidente della commissione Giustizia Giulia Sarti o le responsabilità sulla mancata restituzione degli stipendi. Ma ben altri. E rischiano di colpire il vertice del Movimento.

I conti non tornano, sul caso Sarti, almeno su tre passaggi: all’indomani dello scandalo rimborsi e dopo la denuncia della parlamentare, l’ex collaboratore Bogdan ha continuato a lavorare per il M5S. In pratica, Bogdan, accusato di aver taroccato i bonifici, viene piazzato a gestire una piattaforma video del Movimento? Perché è stato salvato?

Cosa avrebbe in mano per ricattare i vertici del Movimento? E poi secondo passaggio anomalo: solo la Sarti, tra i deputati beccati a falsificare le restituzioni, è stata salvata. Anzi, promossa a capo della commissione Giustizia della Camera dei Deputati. Terzo passaggio, anche oggi la Sarti non viene espulsa.
 “È una vicenda disgustosa e molto grave. È nostro dovere proteggere la libertà e la privacy di Giulia Sarti e delle altre persone, spesso giovani, che subiscono e/o hanno subito lo stesso vergognoso trattamento”.
   
Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini, sul caso della parlamentare del Movimento 5 Stelle. Il ministro ha fatto sapere che segue personalmente la questione ed ha chiesto informazioni alla polizia. Al momento, fanno sapere fonti del Viminale, le verifiche della Polizia Postale “non hanno rilevato la presenza in rete di nuove foto e video. Le immagini si stanno diffondendo attraverso le applicazioni di messaggeria”.
   

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