La procura di Milano chiede il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi imputato di concorso in rivelazione del segreto d’ufficio per la vicenda dell’intercettazione Fassino-Consorte ai tempi della tentata scalata di Unipol a Bnl. “Ma allora abbiamo una banca…”, disse l’allora segretario dei Ds e attuale sindaco di Torino, Piero Fassino, telefonata che poi fu pubblicata su ‘Il Giornale’ a fine dicembre del 2005, diretto al tempo da Maurizio Belpietro. La richiesta dei magistrati milanesi era scontata dopo la decisione del gip Stefania Donadeo di non accogliere la precedente richiesta di archiviazione che la Procura aveva formulato nei confronti del premier. “A seguito del provvedimento del gip del 14 settembre -spiega infatti una nota firmata dal procuratore capo Edmondo Brutti Liberati- la Procura della Repubblica di Milano ha formulato in data odierna l’imputazione nei confronti di Silvio Berlusconi per il reato di rivelazione di segreto d’ufficio in concorso, con riferimento alla rivelazione della telefonata intercorsa il 18 luglio 2005 tra Piero Fassino e Giovanni Consorte”. Il pm Maurizio Romanelli ha iscritto nel registro degli indagati, come ha ordinato dal gip Stefania Donadeo, l’allora direttore del quotidiano ‘il Giornale’, Maurizio Belpietro, per omesso controllo in relazione al reato di rivelazione del segreto d’ufficio.
Il testo della telefonata intercorsa il 18 luglio 2005 tra Piero Fassino e Giovanni Consorte, che non era nemmeno stata trascritta dagli investigatori, venne pubblicata dal quotidiano di via Negri il 31 dicembre 2005. La posizione del giornalista è stata stralciata dai magistrati milanesi rispetto a quella del premier anche perché gli inquirenti intendono convocare lo stesso Belpietro in Procura prima di decidere se chiederne il rinvio a giudizio oppure l’archiviazione. Per questa vicenda sono già stati condannati tra gli altri Fabrizio Favata e Roberto Raffaelli, l’ex titolare della Rcs, la società che aveva messo a disposizione le attrezzature per effettuare le intercettazioni. Il fratello del premier, Paolo Berlusconi, in qualità di editore de ‘il Giornale’ è stato mandato a processo. La richiesta di rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi é stata trasmessa all’ufficio gip e dovrà essere valutata da un giudice dell’udienza preliminare.