Castello delle cerimonie, impero crollato: ‘Proposta di Emilio Borrelli a favore dei collaboratori’

A Castellammare di Stabia per un vertice sull’ordine e la sicurezza pubblica, il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, chiude il caso dell’hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate, anche noto come il Castello delle cerimonie in attesa dell’applicazione del provvedimento di confisca e gela i lavoratori.

“È un caso di chiuso con una vicenda di lottizzazione abusiva accertata dalla magistratura”, dice a margine di un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica con rappresentanti istituzionali e forse dell’ordine.

I Collocata a Sant’Antonio Abate, nel napoletano, la struttura è nota anche come “La Sonrisa”: in tutti questi anni si è distinta con i suoi eventi enormi e per aver ospitato un seguitissimo format di Real Time, dedicato a grandi matrimoni, ricevimenti e feste. Ma non solo. Il Castello è stato oggetto per anni di indagini, per via di abusi edilizi presunti nella sua area, estesa per 40mila metri quadri.

Al centro di un vortice giudiziario a partire dal 1979, in questi giorni è arrivata la decisione finale: dopo la recente confisca, la struttura è stata chiusa in via definitiva per via dell’abusivismo edilizio, vedendo crollare l’impero gestito da Imma Polese al fianco del marito Matteo Giordano: in passato guidato da suo padre Don Antonio Polese, la proprietaria ha dedicato tutta la vita alla Sonrisa, vivendo un trauma enorme in seguito alla fine della sua storia.

La chiusura del Castello delle cerimonie è finita al centro delle cronache, gettando i suoi innumerevoli lavoratori nel panico più totale, tanto che sono scesi in piazza per protestare contro questa scelta. Il Prefetto di Napoli ha assicurato come ci sia tutta l’intenzione di affrontare il problema occupazionale con il Sindaco di Sant’Antonio Abate.

Intanto, tra i tanti che stanno parlando della struttura, spicca anche “Striscia la Notizia” che ha mandato in onda in una delle sue ultime puntante un focus sulla dimora: si è tratto di un video ironico in cui sono stati ripresi dei momenti nel segno della comicità. Striscia ha ricordato delle gaffe dei suoi protagonisti.

Nel video di Striscia si vedono alcune persone coinvolte nelle attività del Castello al centro di errori epocali. Per esempio si sente una sposa affermare “Quando lui entrerà in chiesa resterà a bocca asciutta”, una giovane protagonista di un evento chiosare “Mi aspetta una festa stupitosa” e una madre che parlando della figlia racconta “È una bimba vivace e molto ribella”.

Nel video del tg satirico di Antonio Ricci, una ragazza afferma poi:  “È un trucco troppo semplice, ci vuole un pizzico di apparizione”. Nelle immagini trasmesse spicca anche Imma, la proprietaria del Castello, all’epoca sorridente e felice, caduta però in uno scivolone clamoroso: “Su Tik Tok le persone ballano e cantano fanno delle cengiols”. Forse la Polese intendeva dire delle “challenge”, per sottolineare come sul social vada di moda cimentarsi in sfide differenti.

La confisca del Castello delle Cerimonie alla famiglia Polese è ormai una realtà consolidata, con tanto di sentenza definitiva emessa dalle autorità giudiziarie competenti.

Mentre Don Antonio Polese e la sua famiglia minacciano di appellarsi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, i suoi fedeli collaboratori decidono di prendere posizione in modo chiaro e deciso.

La situazione, che ha coinvolto quasi 300 famiglie che lavoravano presso il Castello e dipendevano direttamente dal Boss delle Cerimonie, ha generato un’ondata di proteste e manifestazioni senza precedenti.

Ora, con la sentenza definitiva a seguito della confisca, gli ex collaboratori di Don Antonio Polese si trovano a fare i conti con un futuro incerto.

In questo contesto, l’appello dell’assessore del comune di Napoli, Emilio Borrelli, ha suscitato un notevole interesse e ha ricevuto un’ampia adesione da parte degli ex collaboratori di Polese, coinvolti.

L’assessore napoletano, Emilio Borrelli ha proposto di offrire loro la possibilità di tornare a lavorare presso il Castello, al fine di ridare loro dignità e sostegno in una situazione che li ha colpiti duramente, senza che essi ne fossero responsabili.

Questa proposta non solo mira a offrire una soluzione concreta e immediata per gli ex collaboratori del Boss delle Cerimonie, Polese, ma anche a garantire la sicurezza e la legalità all’interno della struttura.

Borrelli ha suggerito alle autorità competenti di prendere in considerazione l’ipotesi di affidare la gestione del Castello delle Cerimonie agli ex collaboratori di Don Antonio Polese, con la supervisione e il controllo delle istituzioni locali.

L‘obiettivo è quello di evitare che il Castello cada in mani sbagliate o venga sfruttato per attività criminali, assicurando nel contempo una fonte di reddito e di occupazione per coloro che vi lavoravano precedentemente.

Si tratta di un gesto significativo che potrebbe portare benefici non solo agli ex collaboratori, ma all’intera comunità locale di Sant’Antonio Abate. Resta da vedere come le autorità risponderanno a questa proposta e quali saranno le prossime mosse nel processo di gestione del Castello delle Cerimonie.

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