Carles Puigdemont a Bruxelles, 22 dicembre 2017 (EMMANUEL DUNAND/AFP/Getty Images)

Catalogna e Puigdemont: ‘Pronto a incontrare Rajoy ma non in Spagna’

‘Vorrei che la Spagna che non prendesse più decisioni al posto nostro. E’ giunto il momento di fare politica vera, la formula di Rajoy ha fallito e ha dimostrato che i catalani sono coesi’,  ha detto Carles Puigdemont in conferenza stampa a Bruxelles, aggiungendo: ‘Sono disposto a incontrarlo ma non in Spagna, per iniziare un nuovo percorso, ma senza persecuzioni legali. La situazione è paradossale e ridicola.Il futuro della politica in uno stato democratico lo decidono sempre gli elettori. Non si possono avere soluzioni se non con il rispetto delle urne. All’Europa diciamo  che la ricetta di Rajoy non ha funzionato, occorre cambiare la ricetta’.

Il premier spagnolo Mariano Rajoy si è detto pronto ad avviare una nuova tappa di dialogo con il governo che sarà formato in Catalogna dopo le elezioni di ieri, sempre nel rispetto della legge. Le elezioni di ieri richiedono un nuovo inizio. Si è aperta una finestra di opportunità, sono fiducioso. Il governo spagnolo fornirà la sua volontà di dialogo costruttivo, aperto, realista, sempre nel contesto della legge, e offrirà una mano tesa al governo catalano per risolvere i problemi, per migliorare il benessere e la ricchezza dei catalani’, ha detto pur non accettando l’incontro con Puigdemont: ‘Io dovrei incontrare Ines Arrimadas, la capolista di Ciudadanos, che ha vinto le elezioni. Ciudadanos è arrivato primo ieri ma i partiti indipendentisti hanno la maggioranza assoluta nel Parlamento’.

Il commissariamento della Catalogna scattato con l’attivazione dell’articolo 155 della costituzione sarà revocato quando sarà stato formato un nuovo governo catalano ha indicato il premier spagnolo Mariano Rajoy. Cosi è previsto, ha ricordato, nella decisione votata dal Senato a fine ottobre.

Le due grandi liste indipendentiste catalane sono pronte a formare un nuovo governo, hanno indicato oggi i portavoce di JxCat Elsa Artadi e di Erc Sergi Sabria. Le tre liste indipendentiste hanno riconquistato ieri una maggioranza assoluta di 70 seggi su 135 nel Parlamento di Barcellona. Artadi ha detto che Carles Puigdemont deve tornare il prima possibile e essere eletto presidente.

Il Tribunale Supremo spagnolo ha dichiarato indagati per presunta ribellione altri dirigenti catalani fra cui l’ex-presidente Artur Mas e le dirigenti di Erc Marta Rovira, PdeCat Marta Pascal e Cup Anna Gabriel. Per lo stesso presunto reato sono già incriminati il president Carles Puigdemont, i membri del suo Govern e la presidente del Parlament Carme Forcadell. Rischiano 30 ani di carcere per avere portato avanti il progetto politico dell’indipendenza.

La sessione costitutiva dell’assemblea catalana dovrà tenersi entro il 23 gennaio, il primo turno dell’elezione del President per il 10 febbraio. Se per aprile non sarà stato possibile eleggere il nuovo presidente scatterà lo scioglimento automatico dell’assemblea con nuove elezioni a fine maggio. E non è chiaro se Rajoy accetterà ora, come aveva promesso, di restituire alla Catalogna la sua piena autonomia politica e istituzionale. La crisi catalana è pronta a riesplodere.

Il blocco indipendentista  formato da Junts per Catalunya (JxCat), la lista dell’ex presidente Carles Puigdemont, Esquerra Republicana (ERC), la sinistra indipendentista dell’ex vicepresidente Oriol Junqueras, e la CUP, la sinistra radicale ha ottenuto di nuovo la maggioranza parlamentare: 70 seggi, due in più di quelli necessari per controllare il Parlamento catalano. Sono partiti diversissimi, dal centrodestra all’estrema sinistra, che sono coalizzati solo sulla base della posizione comune a favore dell’indipendenza. Gli indipendentisti però non hanno ottenuto la maggioranza assoluta dei voti, così come era successo alle ultime elezioni, nel 2015, e si sono fermati al 47,49 per cento. La lista più votata del blocco indipendentista è stata quella dell’ex presidente Carles Puigdemont, che però da settimane si trova a Bruxelles, in Belgio, per evitare di essere giudicato dai tribunali spagnoli per i reati di ribellione e sedizione, che prevedono fino a 30 anni di carcere. Non è chiaro, quindi, chi sarà il prossimo presidente della Catalogna o come sarà fatto il nuovo governo.

I risultati elettorali in Catalogna in una grafica pubblicata dal quotidiano spagnolo Diario: l’unica maggioranza parlamentare possibile sembra essere quella formata da JxCat, ERC e la CUP (70 deputati), mentre il partito più votato e che ha ottenuto più seggi è stato C’s (Ciutadans). Il PSC (Partito socialista catalano) ha ottenuto 17 seggi, il PP (Partito popolare catalano) 3 seggi, En Comú-Podem (coalizione di forze vicine a Podemos) 8 seggi.

Al momento, visto il quadro ricco di incognite, non è possibile fare previsioni attendibili.

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