ROMA – Nuovo colpo per il sistema-calcio. Partite comprate per restare in B. E’ l’accusa di truffa e frode sportiva per la quale sono stati messi agli arresti domiciliari il presidente del Catania Antonino Pulvirenti, il suo vice Pablo Cosentino e l’ex Ds degli etnei Daniele Delli Carri. Cinque le gare del campionato di Serie B appena concluso che sarebbe state comprate per evitare la retrocessione. Sette in tutto le ordinanze di custodia cautelare notificate dalla Polizia.
Non sono indagati né giocatori né dirigenti di altri club, ma la Procura di Catania starebbe vagliando la posizione di alcuni di loro alla luce di intercettazioni telefoniche eseguite dalla polizia di Stato e confluite nel fascicolo.
Gli altri quattro destinatari di arresti domiciliari, emessi dal Gip di Catania, su richiesta dalla Dda, sono due procuratori sportivi e altrettanti gestori di scommesse online. Il capo della procura della Figc, Stefano Palazzi, ha aperto un procedimento sul caso Catania.
Comunque, il presidente del Catania esprime “massima fiducia nella magistratura” e si dice “estraneo” alle accuse contestate e “certo di potere dimostrare la totale estraneità ai fatti”. “Abbiamo la massima fiducia nella magistratura catanese – afferma l’avvocato del presidente Pulvirenti, il professore Giovanni Grasso – il presidente è certo di poter dimostrare la sua totale estraneità ai fatti. Il presidente – annuncia il legale – intende prendere delle decisioni immediate sul suo ruolo nella Società Calcio Catania spa, al fine di potersi difendere con la massima serenità e di salvaguardare gli interessi della società sportiva”.
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