Finalmente un passo avanti nella lotta alla cirsi in Italia. Dopo mesi di discussioni, il Cdm di oggi ha finalmente approvato il Via libera Def (documento di economia e finanza), in cui sono contenute norme specifiche in materia economica e finanziaria. All’esame anche il Pnr, il programma nazionale di riforme
“Il debito elevato resta un grave problema dell’Italia, che è sempre vulnerabile ai repentini cambiamenti dei mercati e permane quindi il rischio di contagio al resto della zona Euro se si dovesse intensificare nuovamente la pressione sul debito italiano”, ha affermato la Commissione Ue, che ha ribadito la necessità di un ribasso del debito.
In particolare tale risultato secondo l’Ue, può essere raggiunto solo attraverso “un sistema fiscale più favorevole alla crescita. Nel rapporto sugli squilibri economici , l’Ue invita anche ad “applicare in pieno le riforme adottate negli ultimi mesi, e proseguire lo sforzo, per sostenere il consolidamento dei conti e liberare il potenziale di crescita”.
“In Italia persistono squilibri macroeconomici che richiedono monitoraggio e azione decisiva”, aggiunge infatti l’Ue, sottolineando che “andamento dell’export, perdita di competitività e debito elevato che in una situazione di crescita condizionata richiedono attenzione per ridurre i rischi di effetti avversi”. “La persistente debolezza strutturale ha ridotto la capacità italiana di assorbire gli shock economici, la condizione finanziaria resta fragile e le prospettive di crescita a medio termine restano condizionate”, si legge nel rapporto sugli squilibri macroeconomici stilato dalla Commissione Ue. Secondo Bruxelles “nonostante siano state prese misure importanti per affrontare questi squilibri”, che la Commissione ha indicato già a maggio e novembre 2012, “la loro piena applicazione resta una sfida e servono azioni in diverse aree”.
Rehn: “Italia presto fuori da deficit”. Secondo il commissario degli affari economici Olli Rehn, l’Italia potrebbe uscire presto dalla procedura per deficit eccessivo, “dopo la conferma dei dati da parte di Eurostat prevista per il 22 aprile” lo ha detto il commissario agli affari economici Olli Rehn.
Monti: “Deficit al 2,9%”. Intanto il premier dimissionario Mario Monti, ha fatto sapere che “la stima di deficit del governo per il 2013 si conferma al 2,9% del Pil, mentre il debito dovrebbe salire al 130,4% al lordo della quota di pertinenza dell’Italia dei prestiti Efsf alla Grecia e del programma Esm”. Il Cdm “ha approvato il Def per 2013 che è il momento centrale del ciclo di programmazione della politica economica e di bilancio del paese. Il luogo per assicurare la sintonia tra la priorità politica nazionale e l’Ue”, ha aggiunto il senatore a vita.
Il Def è un “work in progress, un contributo (al prossimo governo) ma importante mentre le forze politiche si confrontano sul nuovo governo”. “Noi contiamo che il Paese possa fare anche meglio delle stime contenute nel Def che sono prudenziali per quanto riguarda il Prodotto Interno Lordo”. E’ quanto ha ribadito ancora Monti, sostenendo che, “senza le riforme” fatte dal suo governo, il “Paese sarebbe rimasto nelle secche della ‘crescita zero’”
Le stime del governo sull’andamento dei conti pubblici fra il 2013 e il 2017 “includono i proventi da privatizzazioni per un ammontare pari a circa un punto di Pil all’anno”.
Se l’Imu sarà confermata anche dopo il 2014 sarà garantito il pareggio. Se “dovesse cambiare sarebbe necessario trovare compensazione”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, illustrando il Def (documento di economia e finanza)