Cdm di oggi: ergastolo ostativo, giustizia e fine obbligo vaccinale

 Consiglio dei ministri convocato per oggi alle ore 12.   I primi due provvedimenti all’ordine del giorno riguarderanno l’ergastolo ostativo e la riforma Cartabia. Al primo punto, come si apprende da fonti di Palazzo Chigi, un decreto legge per mantenere appunto il cosiddetto “ergastolo ostativo”. Che è considerato dal governo Meloni uno strumento “essenziale” nel contrasto alla criminalità organizzata. Una delle sfide maggiormente sentite dal presidente del Consiglio che alla lotta alle mafie ha dedicato un lungo passaggio nel suo intervento programmatico sulla fiducia.

Si tratta di un provvedimento prioritario e diventato “urgente” alla luce dell’udienza della Corte costituzionale fissata per l’8 novembre 2022. Il testo in esame  ricalca il disegno di legge n. 2574 già approvato nella passata legislatura dalla Camera. E  punta a “evitare le scarcerazioni facili dei mafiosi”. Perché permette l’accesso ai benefici penitenziari al condannato che abbia dimostrato una condotta risarcitoria. E la cessazione dei suoi collegamenti con la criminalità organizzata. “Una corsa contro il tempo – è il ragionamento del governo – per garantire sicurezza sociale. E impedire che ai detenuti mafiosi possano aprirsi le porte del carcere. Pur in costanza del vincolo associativo”.

Il Consiglio dei ministri affronterà il rinvio al 30 dicembre 2022 dell’entrata in vigore di alcune disposizioni della Riforma Cartabia. Uno slittamento per poter raccogliere “le criticità già emerse nel dibattito parlamentare”. E  che sono state confermate in questi giorni dagli operatori del diritto con una lettera al ministro della Giustizia. Il provvedimento – si sottolinea –  intende “rispettare le scadenze del Pnrr e consentire la necessaria organizzazione degli uffici giudiziari”.

Il terzo punto all’ordine del giorno toccherà, invece, il tema della salute. All’esame del Consiglio dei ministri l’anticipo al primo novembre 2022 della scadenza dell’obbligo vaccinale per chi esercita la professione sanitaria. E, di conseguenza, l’abrogazione delle sanzioni per l’inosservanza dell’obbligo. “L’obiettivo – spiegano le fonti di Palazzo Chigi  è dare seguito all’indicazione tracciata dal presidente Meloni nelle sue dichiarazioni programmatiche  in Parlamento. E segnare così un primo atto di discontinuità, rispetto ai precedenti esecutivi, nella gestione della pandemia da Covid-19”.

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