Il Cavaliere, infastidito dall’accelerazione impressa da Salvini, alza il telefono e digita il numero di Mara Carfagna, da anni trincea forzista contro le spinte filo-leghiste e icona dei ribelli. È a lei che l’ex premier chiede di intercedere per rassicurare tutti, spiegando che ‘quella della federazione è solo un’idea su cui si rifletterà’. Ovvero,  nulla è ancora deciso. Berlusconi vuole la collaborazione di tutte le forze che compongono il centrodestra e non intende rinunciare né alla storia né all’identità di Forza Italia.

Antonio Tajani afferma: ‘È chiaro che, stando al governo con i leghisti, il dialogo con loro è più facile, ma dobbiamo rafforzare pure il rapporto con Fratelli d’Italia’. I quali avrebbero recapito ad Arcore un messaggio perentorio: se il Cavaliere pensa di cedere il suo partito a Salvini per scalare il Quirinale, sappia che i voti di Fdi non sono scontati, visto che l’operazione orchestrata da Salvini mira a indebolire proprio la Meloni.

E’ in programma il vertice con i coordinatori regionali, mercoledì toccherà ai deputati, che si preparano a dare battaglia.

Mara Carfagna, subissata ieri da una valanga di telefonate di solidarietà dopo lo scontro con Anna Maria Bernini, e Maria Stella Gelmini, decise a sbarrare la strada a Salvini. ‘È giusto confrontarsi’, ma il ruolo di Forza Italia va accentuato, non annacquato in una federazione’, taglia corto la ministra degli Affari regionali.

Uno scoglio per Salvini. Deciso tuttavia a non mollare. Il nuovo gruppo, qualora la fusione andasse in porto, conquisterebbe il primato in Parlamento superando anche i 5Stelle: conterebbe infatti 96 senatori (contro i 75 grillini) e 210 deputati (contro 162). Un peso enorme, che potrebbe spostare gli equilibri anche all’interno della maggioranza, regalando ai lega-forzisti la golden share del governo Draghi. Obiettivo da perseguire a ogni costo. Perciò a sera è il segretario del Carroccio ad alzare il telefono e chiamare Berlusconi: ‘Insieme si è convenuto che il progetto è importante e positivo’, dunque va avanti. Segno che la partita è tutt’altro che chiusa.