Centrodestra riunito sul ‘caso dossieraggio’ dice ‘no’ alla commissione d’inchiesta

Del ‘caso dossieraggio’ se ne sarebbe parlato durante il vertice dei leader tenutosi prima del Consiglio dei ministri. Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi si sono incontrati prima del Consiglio dei ministri.

Nell’incontro tra i leader, secondo quanto riferisce una fonte parlamentare del centrodestra, sarebbero stati affrontati i temi legati all’inchiesta di Perugia.

Il ministro della Giustizia Nordio aveva proposto nei giorni scorsi una commissione d’inchiesta, proposta avallata anche dalla Lega. Durante il pranzo la premier Meloni, spiegano le stesse fonti, avrebbe sottolineato che è necessario evitare una sovrapposizione. Da qui la decisione di ‘stoppare’ per il momento l’idea lanciata dal Guardasigilli.

“Avrebbe tempi lunghissimi, meglio che si vada avanti con il lavoro della Commissione Antimafia”. In serata è poi arrivata la nota dei capigruppo di Camera e Senato di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Civici d’Italia – Noi Moderati – Maie. “Nella grave vicenda del dossieraggio, la delicatezza delle indagini in corso, seguite dalla Procura della Repubblica di Perugia e dalla Direzione nazionale antimafia, suggerisce – recita la nota – che non debbano esservi sovrapposizioni politiche prima della conclusione delle stesse indagini. La Commissione Antimafia sta agendo su iniziativa dei magistrati che indagano, e ha il compito di completare quel che non può essere oggetto di indagine penale, cioè la lettura politica della vicenda. Lo sta facendo avendone gli strumenti e la competenza”.

“L’eventuale costituzione di una apposita Commissione parlamentare di inchiesta sarà valutata successivamente, anche alla luce di quanto emergerà dai lavori della Commissione Antimafia. Infatti, i tempi necessari per l’istituzione di una nuova Commissione d’inchiesta non possono far venire meno la necessità di ottenere immediata chiarezza e di dare risposte a fatti che sono, come ha detto in Commissione il procuratore Cantone, di ‘una mostruosa gravità”. La Lega dice si’ allo stop anche se ha insistito, sempre secondo quanto si apprende, sulla necessità di non escludere in futuro una eventualità simile.

 Per ora, dunque, nessuna commissione d’inchiesta sul ‘caso dossieraggio’. Poi si vedrà. Si terrà l’ufficio di presidenza della Commissione Antimafia che potrebbe decidere su nuove audizioni, tra l’altro quella del responsabile della Difesa Guido Crosetto. Non si esclude che possa essere audito De Benedetti mentre non sarebbe all’ordine del giorno l’eventualità di audire i giornalisti del ‘Domani’ (richiesta avanzata tra l’altro da esponenti di FI), il magistrato Laudati e nè il finanziere Striano.

“I mandanti del dossieraggio a oggi restano ancora occulti. C’è una cupola che deve essere portata alla luce al più presto”, ragiona il capogruppo di Fdi alla Camera, Foti. “Io lascerei alla giustizia fare il suo corso e credo che poi vedremo anche politicamente come intervenire”, ha sottolineato il sottosegretario al lavoro, il leghista Durigon.

Forza Italia ha protestato per “la campagna di fango” contro Berlusconi. “Restiamo sconcertati dalla gravità dei risvolti sull’inchiesta dossieraggi”, afferma il capogruppo azzurro al Senato, Gasparri, “è un fatto di una gravità inaudita che una regia occulta abbia lavorato per impedire l’elezione al Quirinale del fondatore di Forza Italia, gettando ombre sulla questione morale e sui profili di eleggibilità”. Mentre il leader di Iv Renzi attacca: “Due ministri di Fdi, Crosetto e Nordio, hanno chiesto una commissione d’inchiesta sui dossieraggi. Se Fdi dice no è evidente che il blocco viene dalla Meloni” Ed ancora: “Insabbieranno tutto, potrebbero esserci degli insospettabili”.

 “Faremo esposti in tutte le Procure”, annuncia Matteo Salvini che guarda al caso dossieraggi avvertendo che “non erano quattro persone che curiosavano, ma per spiare e sputtanare la Lega”. “Neanche in Unione Sovietica o in Corea del Nord, queste cose”, dice ancora il vicepremier e leader della Lega,  a Rete4 per Quarta Repubblica. “Io non mollo di un millimetro”, ribadisce.

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