L’assessore al Bilancio e ai Tributi della giunta Decaro a Bari, Alessandro D’Adamo, indagato dalla sede di Roma della Procura europea nell’ambito di un’inchiesta per truffa ai danni dell’Ue in relazione ai fondi Ue per il programma Garanzia Giovani. L’accusa lavora sull’ipotesi di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, per fatti commessi a Bari dal 2019 al 2022. D’Adamo è stato perquisito dai finanzieri del Comando provinciale di Bari, su delega dei pm romani. Una volta appreso dell’indagine, il sindaco Antonio Decaro ha ritirato le deleghe a D’Adamo.
“L’esercizio di importanti funzioni pubbliche quali quelle di assessore deve essere privo di qualsiasi sospetto. È un dovere nei confronti dei cittadini e consente agli interessati di potersi difendere liberamente”, ha commentato Decaro, revocando la delega a D’Adamo. L’assessore, consulente aziendale, era già stato assessore anche nella prima giunta Decaro. È espressione del partito Sud al centro, lo stesso di Anita Maurodinoia, l’ex assessore della giunta regionale di Michele Emiliano, indagata nell’ambito di un’altra delle inchieste baresi che stanno scuotendo il centrosinistra in Puglia, quella sul voto di scambio, nell’ambito della quale è stato anche arrestato il marito.
D’Adamo era politicamente molto vicino ad Alfonso Pisicchio, assessore della precedente giunta Emiliano, arrestato pochi giorni fa, insieme al fratello, nell’ambito di un’inchiesta per corruzione e finanziamento illecito. Repubblica ricorda che, quando nel 2017 per la prima volta D’Adamo entrò nella giunta di Decaro, Pisicchio esultò dicendo che “adesso si è dato il giusto riconoscimento politico al nostro gruppo”. Ancora Repubblica, inoltre, ricorda che in base agli ultimi dati sulla trasparenza, D’Adamo, con un imponibile di 690mila euro, dei quali 588 mila euro provenienti dall’attività professionale, risultava essere il membro della giunta con il reddito più alto.
Per quanto concerne D’Adamo, l’indagine riguarda in particolare l’associazione Kronos, riconducibile a lui e alla sorella Annalisa, a sua volta indagata, insieme a una terza persona. Dalle indagini sarebbero emersi gravi indizi di reato in merito alle attività svolte da Kronos e da un altro paio di associazioni ad essa collegate (associazioni che rispondono per i profili di responsabilità amministrativa degli enti), impegnate del settore della formazione professionale, del contrasto alla disoccupazione e dell’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani e dell’istruzione. Perquisizioni nelle sedi delle associazioni sono state svolte, oltre che a Bari, anche ad Andria e Lecce. L’ipotesi è che siano stati richiesti pagamenti non dovuti, con l’emissione di fatture per operazioni non effettuate.
Nichi Vendola oggi su Repubblica sostiene che bisogna difendere l’eredità della primavera pugliese, che avrebbe trasformato la città in questi vent’anni. Io dico che invece bisogna difendere l’identità di Bari dalla stagione della sinistra pugliese che ha caratterizzato questi vent’anni per trasformismo o, volendo, l’emilianismo.
L’emilianismo è un sistema di potere che si è consolidato in questi ultimi vent’anni. Ora ci vogliono far credere che Maurodinoia passasse dalle parti del Pd quasi per caso. Una che prima è stata portata in Comune da Decaro, poi è stata promossa in Regione, poi è stata messa al secondo posto nel listino del Pd per la Camera. Chi è che ha deciso di premiare questa persona? Perché? In capo a chi era, a Decaro o a Emiliano? In quei ruoli è stata messa per merito?
Il governo della sinistra in Puglia, portava a premiare chi prendeva i voti, senza porsi troppi problemi. Una dinamica di potere da calciomercato. Comunque, ormai siamo alla fine. Non a caso dopo vent’anni, che è la durata dei cicli politici.
Di questione morale Massimo Cacciari non ne vuol nemmeno sentire parlare e del campo largo, che pure considera l’unica chance per Pd, M5s e soci se vogliono provare a vincere, dice che “sopravviveremo anche senza”. Il professore è riluttante a parlare di ciò che avviene in Puglia, perché “il mondo sta andando a fuoco e lei vuole farmi parlare di Michele Emiliano?”. “Cosa vuole che me ne freghi dei capobastone, dei cacicchi… è tutto surreale”. Epperò, dopo aver affrontate i temi delle crisi internazionali e aver avvertito che “siamo sonnambuli a cavalcioni dell’atomica”, affronta anche le “cose miserevoli, come i 50 euro per comprare i voti in Puglia”.
Intervistato da La Verità, Cacciari ha chiarito che “la parola ‘moralità’ non dobbiamo neanche pronunciarla”. Il punto è che “c’è una gigantesca questione di qualità della classe dirigente, non all’altezza delle sfide delle grandi socialdemocrazie europee”. “Ho cominciato a sentir parlare di codici etici appena prima del crack finanziario del 2008. Sappiamo tutti com’è andata. Valga da monito”, ha proseguito Cacciari, sottolineando, in risposta a una domanda sulle mosse del Pd, che “i codici etici sono manifesti moralistici fatti per non essere rispettati. Acqua fresca”.
Cacciari ha chiarito di non aver cambiato idea sull’alleanza Pd-M5S: “Io non sono fautore di nulla. Mi sono limitato a dire che se quelli vogliono vincere devono allearsi, non c’è scelta. Però – ha precisato – ho sempre aggiunto che ci vuole una piattaforma sui temi cruciali: lavoro, sanità e scuola. Altrimenti è una colossale perdita di tempo. Non ha senso parlare di campi larghi se non ci sono intese programmatiche tra quelli che dovrebbero formarlo. Ma io questo non me lo invento oggi: l’ho detto infinite volte”, ha proseguito Cacciari, soffermandosi sul fatto che anche in vista delle europee “ognuno va per conto suo. Anziché accordarsi sui temi, questi parlano solo di aritmetica. È vero che non puoi giocare a tresette con le regole della briscola, ma non basta questo. Cacciari archivia il campo largo: “Sopravviveremo anche senza. Con tutti i problemi che abbiamo…”.