Cesare Damiano: ‘Codice degli appalti. E’ importante garantire la salute e la sicurezza sul lavoro’

Cesare Damiano:

‘La nascita del nuovo Codice degli appalti è motivata, come previsto fin dalla concezione del PNRR, come soluzione necessaria rispetto al bisogno di semplificare e rendere più efficienti le procedure. La normativa va in tale direzione, ma genera timori in materia di salute e sicurezza sul lavoro. La maggior parte delle norme entreranno in vigore dal 1° luglio. Cosa dovrebbe fare il Governo in questo lasso di tempo? È auspicabile un’azione di dialogo con le parti coinvolte, Istituzioni, imprese, sindacati, per permettere che il PNRR si realizzi come un autentico motore di innovazione del Paese anche sul piano della salute e sicurezza dei lavoratori.

Il nuovo codice degli appalti rappresenta un tassello di uno schema complesso di cui fanno parte il PNRR – piano nazionale di ripresa e resilienza e il suo stesso sviluppo rispetto a condizioni mutate dal tempo del suo varo: due anni, circa, segnati dall’invasione dell’Ucraina, dalla crisi energetica e delle materie prime e dallo scoppio dell’inflazione, la relazione del nostro Paese con l’Unione europea, la tutela della legalità, l’efficacia e la puntualità nella realizzazione delle opere che discendono dal PNRR. E, ancora, il dibattito che si è aperto sull’opportunità di rimodulare lo stesso PNRR perfino nella dimensione delle sue risorse, della sua composizione, delle priorità è della fattibilità delle sue realizzazioni.

Un puzzle dai mille tasselli tra i quali, la nascita del nuovo codice degli appalti è stata motivata, come previsto fin dalla concezione del PNRR, come soluzione necessaria rispetto alla necessità di semplificare e rendere più efficienti le procedure al fine di favorire la puntuale realizzazione dei progetti contenuti nel PNRR stesso.

Come valutare la nuova normativa degli appalti dal punto di vista del lavoro?

Ricapitoliamone le caratteristiche principali, così come definite dall’Esecutivo, una volta rivisto e integrato in base alle osservazioni delle Commissioni parlamentari.

Il Codice sancisce la procedura negoziata a inviti per gli appalti fino a 5,3 milioni di euro e porta a 150mila euro la soglia per gli affidamenti diretti. Le stazioni appaltanti (ossia, ai sensi della legge e nello specifico nel codice dei contratti pubblici, le Pubbliche amministrazioni che affidano appalti pubblici di lavori, forniture e servizi) potranno decidere di attivare procedure negoziate o affidamenti diretti, rispettando il principio della rotazione. Questo, con l’obiettivo di guadagnare un consistente taglio dei tempi, in particolare per i Comuni che debbano procedere a lavori di lieve entità, ma rilevanti per la vivibilità di quelle comunità.

Nel nuovo Codice è previsto l’appalto integrato, ossia l’affidamento della progettazione e dell’esecuzione dei lavori allo stesso operatore; modalità d’appalto per la quale vigeva la sospensione fino al 30 giugno 2023. Inoltre, per garantire la conclusione dei lavori, si potrà procedere anche al subappalto a cascata, senza limiti.

Se, al varo della nuova normativa sono scattati diversi allarmi, come, ad esempio, in materia anti-corruzione, particolarmente forte è quello lanciato dai sindacati dei lavoratori in materia di trasparenza e sicurezza sul lavoro.

Quali i rilievi da parte delle confederazioni?

Si teme che l’introduzione di regole che limitino l’assegnazione degli appalti attraverso gare crei forti problemi sul piano della trasparenza e rischi di far nascere cartelli e blocchi economici a danno della qualità del lavoro, come delle produzioni.

Così come forte è l’allarme per l’allargamento della possibilità di ricorrere al subappalto. Il quale, lungi dall’essere una procedura che rende effettivamente più efficiente il procedere dell’opera, è notoriamente, da un lato, fonte di dumping contrattuale e, dall’altro, moltiplicatore dei rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori.

È dunque forte il timore, sia pur con diverse sfumature tra le posizioni delle varie Confederazioni, che il nuovo Codice possa indebolire la tutela del lavoro, della legalità e della salute e sicurezza.

Fortunatamente, laddove l’appalto sia assegnato tramite gara, la normativa stabilisce che la fornitura debba essere realizzata dal vincitore della gara stessa. Tutto l’insieme, anche le sue parti realizzate in subappalto, viene garantito con il contratto che si applica con il contraente principale. In questo caso, il costo del lavoro non è esposto al ribasso ed è certificato tramite il DURC.

Ma, al di fuori di ciò, i dubbi appaiono quantomeno legittimi in ragione di tutti gli appalti esclusi dalle procedure di gara. Si deve tener conto che il 92% delle imprese italiane sono micro, piccole e medie. E fare un lavoro di prevenzione sulle PMI non è cosa elementare. Sono molteplici i problemi di mancanza di organizzazione, controlli e prassi di qualità. Per i grandi gruppi è tutto più facile e scontato: ci sono procedure, mezzi, più risorse da investire sulla prevenzione, fondamentale per la reputazione aziendale. Sempre di più si tende a certificare non solo la propria sicurezza, ma anche la sicurezza delle aziende appaltatrici. In questo caso la grande impresa può diventare un elemento fondamentale del circuito virtuoso, diventando responsabile dell’intera filiera produttiva. Infatti, i subappalti sono e sono stati senza dubbio un elemento pericoloso per la sicurezza dei lavoratori. Perché i controlli e le procedure sulla qualità sono più difficili da gestire e perché si frantuma il quadro delle responsabilità. E quando gli appalti si vincono al ribasso, i risparmi si fanno su tutto, a partire dalla retribuzione e dalla sicurezza.

Vogliamo, in proposito, sottolineare lo spessore dei protocolli sottoscritti dall’INAIL con grandi imprese come Ferrovie dello Stato, Aeroporti di Roma, Autostrade, Enel ed Eni anche nel contesto delle realizzazioni per il PNRR. Queste intese sono indirizzate ad un confronto permanente per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali: l’obiettivo che ci auguriamo di conseguire è una concreta sperimentazione di soluzioni con un forte contenuto di innovazione tecnologica e digitale.

Ci auguriamo che possano avere concreta attuazione i progetti di ricerca INAIL nel campo della robotica, della realtà aumentata attraverso la visione immersiva, la sensoristica per il monitoraggio degli ambienti di lavoro, lo studio di materiali innovativi per l’abbigliamento lavorativo e i dispositivi per la prevenzione di infortuni e malattie professionali, come ad esempio gli esoscheletri collaborativi.

La gran parte delle modifiche al Codice degli appalti entreranno in vigore dal prossimo 1° luglio. È auspicabile che questo lasso di tempo venga utilizzato, in primo luogo dal Governo, per un’azione di dialogo molto concreto con le parti coinvolte, Istituzioni, imprese, sindacati, per agire proprio su quei nodi che più destano allarme e permettere così che, sul versante degli appalti, il PNRR si realizzi come un autentico motore di innovazione del Paese anche sul piano della salute e sicurezza dei lavoratori’.

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