Le maschere da scimmia sul volto, quella che non sente, quella che non parla, quella che non vede. È l’immagine scelta dall’associazione dei collaboratori parlamentari – che hanno organizzato ieri un flash mob davanti Montecitorio – per evidenziare la mancata regolazione dei rapporti di lavoro con i deputati, dopo l’ultimo caso deflagrato con la denuncia a Le Iene della collaboratrice dell’onorevole Caruso. Un tema discusso dall’inizio della legislatura, senza però arrivare ad una soluzione. Che pure Josè De Falco, vicepresidente dell’associazione, ha già pronta: ‘C’è la possibilità di regolare per la prima volta in questa legislatura il rapporto contrattuale tra collaboratori e parlamentari facendo sì che sia l’Istituzione a contrattualizzarci. Mai più casi come quelli che abbiamo vissuto in questi giorni. E’ possibile farlo ora’.
La soluzione è la stessa, stipulare i contratti dei collaboratori direttamente con la Camera.
‘La soluzione più lineare per evitare abusi, forme di lavoro nero e sottopagato dei collaboratori parlamentari, sarebbe quella di adottare il cosiddetto modello europeo. Le risorse a disposizione del Parlamentare per i suoi assistenti, dovrebbero essere gestite direttamente dagli uffici della Camera attraverso l’adozione di un contratto standard per i collaboratori costruito ad hoc’, dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera a margine del sit-in, organizzato dai collaboratori parlamentari ieri mattina davanti a Montecitorio. In questo modo si eviterebbero situazioni inaccettabili di irregolarità e di malcostume che recenti episodi hanno messo in evidenza.