La piazza rossa convocata da Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri per dire ‘basta’ al governo sovranista con un corteo promosso da Cgil e Uil che si è snodato per le vie della Capitale, fino a concludersi a piazzale Ostiense dove si sono tenute le performance di Landini e Bombardieri, per chiedere zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale di fare impresa e altro.
Landini usa le solite parole d’ordine: dall’accusa di regime rivolta al governo Meloni e al Viminale manganellatore passando per la ‘porcheria’ dell’autonomia differenziata. Non è mancato il passaggio sull’inaccettabile censura di Scurati a Rai3. In conclusione Landini è contro la destra-retrograda in tema di aborto: “Mi sembra che la destra voglia impedire alle donne di decidere sul loro corpo. Siamo di fronte a una pericolosissima regressione. Questa cultura del controllo che vuole impedire l’autodeterminazione delle donne è una logica proprietaria, pericolosa, sbagliata e regressiva. Questo governo pensa di comandare, non di governare. Siamo qui anche per difendere e praticare il diritto a manifestare. Il governo e questa destra vogliono costruire un regime che impedisce il diritto a manifestare e che vuole controllare quello che si dice. Il diritto va garantito a tutti, non può essere sostituito dal diritto a caricare chi manifesta”.
Il capo della Cgil passa poi agli attacchi alle riforme del governo delle destre: ‘La legge sull’autonomia differenziata ‘è una porcheria perché aumenta le divisioni. È una follia pura. La decisione del governo di avviare un percorso di privatizzazioni ‘non va bene perché si sta pensando a fare cassa per far quadrare i conti per qualche anno”.
Bombardieri denuncia la distanza del governo dai cittadini comuni: “Siamo qui per dimostrare che c’è un Paese reale che soffre, un Paese che ha difficoltà ad arrivare a fine mese e a fruire dei servizi sanitari, a vivere una vita dignitosa. Sei milioni di poveri e 5 milioni di lavoratori con contratto scaduto che hanno “bisogno di risposte. Questo è il Paese reale che vive una vita normale, non quella dei Talk show dei palazzi della politica. Martedì 23 aprile i compagni sindacalisti terranno un presidio davanti al Senato per la difesa del diritti delle donne. E poi tutti insieme in piazza il 1 Maggio’’.
Già il nome dell’iniziativa ‘Adesso basta’ la dice lunga sulla sfilata dedicata ai lavoratori e contro il governo: “Il mondo del lavoro non ce la fa più: un problema salariale grande come una casa, una precarietà inaccettabile, problemi di fondo perché i diritti fondamentali della nostra Costituzione oggi non sono garantiti, a partire dal diritto alla salute, alla sanità, all’istruzione e al lavoro sicuro. C’è bisogno di cambiare, ascoltando e dando un ruolo al mondo del lavoro. Non abbiamo nessuna intenzione di fermarci”.
‘’Il messaggio è che c’è bisogno di cambiare, si ascolti il mondo del lavoro. Il messaggio è che non abbiamo nessuna intenzione di fermarci. Abbiamo cominciato questa mobilitazione a novembre, non abbiamo avuto risposte, il governo racconta balle e intendiamo andare avanti senza escludere l’utilizzo degli strumenti democratici a nostra disposizione. Lo stiamo facendo per dare un futuro al Paese”.
Anche un passaggio contro l’autonomia differenziata, la legge-bandiera della Lega: “È una follia pura”, dice Landini dalla testa del corteo. “Se pensiamo alla sanità e guardiamo a quello che sta succedendo – ha proseguito – abbiamo 12 regioni su 20 che dichiarano già adesso di non essere nella condizione di garantire i livelli di assistenza minimi garantiti dalla Costituzione. Abbiamo quasi cinque milioni di persone che non si curano perché non hanno i soldi per farlo. Anziché di fare sistema e discutere di ciò che si fa in Europa qualcuno pensa che bisogna fare l’autonomia differenziata. Siamo radicalmente contrari a questa logica, per noi bisogna applicare la Costituzione e rivoluzionare il nostro paese cambiando e applicanti i principi della stessa. Siamo un paese che ha visto 40 miliardi di spesa privata per potersi curare, che sono gli stessi dati. E qualcuno, anziché fare il sistema, anziché discutere di che cosa si fa in Europa, pensa che la soluzione è l’autonomia differenziata. Cioè chi unisce la sua regione, il suo condominio, il suo comune dovrebbe risolvere i problemi. È una follia pura. Noi siamo radicalmente contrari”.