Chi sperava che la Champions sarebbe stata una panacea per curare i mali del Milan, è rimasto deluso. Perché i rossoneri soccombono anche in Europa senza trovare quel pizzico di autostima che sarebbe servito per rituffarsi in campionato con il morale adatto per rimediare ad una situazione disastrosa. Con il Malaga non c’è stato niente da fare, si è resistito per un po’, ma nella ripresa Joaquin ha giustiziato Amelia e disinnescato le poche mine rimaste agli uomini di Allegri. Ecco, proprio il tecnico Allegri sembra avere le ore contate, nonostante Galliani una settimana fa abbia voluto dichiarare pubblicamente l’intenzione di continuare con lui, be’ gli ultimi due ko fanno credere ad un ripensamento. Un avvicendamento in panchina potrebbe cambiare quest’aria di tensione che si respira in quel di Milanello, sicuramente qualcosa va individuato per ovviare ad una situazione che, per i colori di questa società, è davvero desolante e sconfortante. Non si può dire che in terra spagnola, la prestazione dei rossoneri sia stata indecorosa in toto, ma a tratti si è palesata quell’impotenza che già in molte partite è venuta galla. Il solo El Shaarawy non può cantare e portare la croce, non si può pretendere dal “Faraone” di essere sempre risolutivo e di salire in cattedra ogni volta che si presenta la necessità di reagire. C’è bisogno che ci sia una scrollata, si spera che Pato trovi presto la condizione migliore, con il Malaga non è riuscito ad incidere una volta entrato in campo, una sua esplosione potrebbe essere una manna dal cielo per rinvigorire un reparto troppo spento. Sinceramente ad inizio anno si era prevista una stagione di più ombre che luci, ma in pochi si aspettavano che già in questa prima parte si sarebbe registrato un numero così elevato di disfatte. Ecco che è arrivato anche il primo stop in Champions, nella competizione in cui finora non si era andati male con i quattro punti conquistati. Il secondo posto attuale nonostante la sconfitta, rende la qualificazione più che possibile, ma questo Milan dà garanzie di successi? Siamo sicuri che questa squadra nelle prossime partite sappia subito riscattare la sconfitta alla Rosaleda? Ciò che potrebbe complicare ulteriormente le cose è il catastrofismo, però, c’è bisogno di alzare la voce, di farsi sentire, i tifosi paiono sempre più scoraggiati e rassegnati. Iniziano ad essere troppe le sconfitte, una società come il Milan non può permettersi di farsi ridicolizzare così, e ripetiamo non è che con il Malaga ci sia stato un dominio assoluto degli spagnoli, ma in tempi diversi, una volta andata sotto, questa squadra avrebbe mostrato gli occhi della tigre pur di non soccombere. Invece è quel carattere a mancare, quella convinzione di poter recuperare, serve la personalità giusta, mentre la sensazione è che molti elementi si stiano mostrando davvero inadeguati per simili palcoscenici. Ecco perché la tifoseria è sempre più contrariata, per le dissennatezze societarie in fase di campagna acquisti, essersi affidati a determinati giocatori è stata una scelta minimalista e autodistruttiva. I risultati poi sono questi, che le squadre avversarie impongono la propria forza e, quel Milan che solo pochi anni fa intimoriva con la propria autorità, adesso sembra prestarsi al ruolo di vittima sacrificale in mancanza di quella considerazione di cui prima godeva e che ora sembra ormai consunta.
Maurizio Longhi