epa04805820 Police investigators outside the Emanuel African Methodist Episcopal (AME) Church, the oldest AME church in the South, where multiple shooting victims have been reported in Charleston, South Carolina, USA, 17 June 2015. According to media reports, Charleston police is searching for a white male suspect after the shooting at the historic black church on 17 June 2015. Multiple casualties are feared in the incident. EPA/RICHARD ELLIS

Charleston, tra ira della Casa Bianca e Congresso incapace sulle armi

Urlando “io lo devo fare, voi violentate le nostre donne e dovete sparire”, Dylann Roof, un ragazzo bianco di 21 anni, ha aperto il fuoco all’impazzata in una delle piu’ antiche e simboliche chiese della comunita’ afroamericana del Sud degli Stati Uniti, a Charleston e in pochi minuti ha ucciso nove persone e poi si e’ dileguato. Ma la sua fuga e’ durata solo 12 ore. In mattinata e’ stato catturato, in North Carolina, a circa 400 km dal luogo della strage. E’ difficile esprimere a parole tutta “l’angoscia e la tristezza, ma anche la rabbia” di fronte ad un massacro cosi’, ha detto Obama parlando in diretta tv all’America ancora sotto shock. “Troppe volte ho dovuto fare dichiarazioni del genere. Comunita’ come questa hanno dovuto sopportare tragedie simili troppe volte”. Il presidente ha fatto tutto quello che poteva fare. Il Congresso invece non è stato all’altezza, non è stato capace di affrontare la questione, dice Eric Schultz, portavoce della Casa Bianca, sulla mancata stretta sulle armi da fuoco che era stata proposta da Barack Obama. “Un evento scioccante che ci ricorda come abbiamo ancora molta strada e molto lavoro da fare”, Obama è tornato così sulla strage di Charleston, dove in una chiesa un giovane di 21 anni ha ucciso 9 afroamericani.  Il legame del presidente Barack Obama e della first lady Michelle Obama col reverendo Clementa Punckney, il pastore ucciso nella strage di Charleston, era forte abbastanza. Punckney fu un supporter della prima ora di Obama nel 2007. La fuga di Roof e’ durata solo 12 ore. In mattinata e’ stato catturato, in North Carolina, a circa 400 km dal luogo della strage. Non c’e’ alcun dubbio sul fatto che si tratti di un crimine d’odio razziale, ha detto il capo della polizia di Charleston, e in questo senso ha aperto un’indagine, cosi’ come il ministero della giustizia e anche l’Fbi e la polizia dello stato. Un crimine d’odio pianificato con lucida follia, e messo a segno in una chiesa dall’alto significato per la comunita’ afroamericana, e in particolare per quella di Charleston, che un tempo era uno dei maggiori porti d’arrivo degli schiavi provenienti dall’Africa. Nel corso della sua storia, ha ricordato anche Obama, fu rasa al suolo perche’ i suoi fedeli lavoravano per mettere fine alla schiavitu’.   Roof è entrato in azione nella Emmanuel African Methodist Episcopal Church, dove a quell’ora era in corso una lezione sulla Bibbia. E’ entrato e ha chiesto dove fosse il pastore Clementa Pinckney, che e’ anche senatore dello stato del South Carolina. Qualcuno glielo ha indicato e cosi’ e’ andato a sedersi accanto a lui. E’ rimasto tranquillo fino alla fine della lettura della Bibbia, per circa un’ora, quando ha infine scatenato il suo odio: “State prendendo il sopravvento nel nostro Paese e dovete sparire” ha urlato e ha iniziato a sparate, decine di colpi. Ha ricaricato la sua arma almeno cinque volte. Tra i primi a cadere e’ stato proprio il pastore Pinckney, e poi altri due uomini, e sei donne. Un bimbo di cinque anni si salvato per miracolo, fingendosi morto accanto ai cadaveri ricoperti di sangue. Una donna e’ stata risparmiata volontariamente dal killer, che le ha cinicamente dato ‘l’ordine’ di raccontare cio’ che ha visto. A quel punto, Roof ha quindi iniziato la sua folle corsa, mentre la polizia ha allo stesso tempo avviato una vasta caccia all’uomo. La svolta è arrivata poche ore dopo, quando si e’ fatto avanti lo zio, che lo ha identificato grazie ad una sua foto scattata da una telecamera di sorveglianza e rapidamente diffusa dalla polizia. Agli investigatori lo ha descritto come un ragazzo tranquillo e ha raccontato che per il suo compleanno ha ricevuto dal padre in regalo una pistola, una calibro 45.Dylann Roof è stato riportato a Charleston dalla North Carolina dove era stato arrestato. Ora è rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, il Charleston County Detention Center, e sistemato in una cella in totale isolamento. C’è un forte scoraggiamento di Obama per non essere riuscito in una sfida enorme che si era posto come priorità assoluta: quella di varare una stretta sulla diffusione incontrollata di armi da fuoco in America. Del resto la piaga delle stragi di massa sembra impossibile da estirpare in un Paese dove il diritto a possedere un’arma è sancito dalla Costituzione. Ancora una volta persone innocenti vengono uccise perché qualcuno che vuole colpirle non ha alcuna difficoltà nel procurarsi un’arma da fuoco e dobbiamo riconoscere che questo tipo di violenza di massa non accade in altri Paesi avanzati. Non accade in maniera così frequente. Sarebbe sbagliato non tenerne conto e non fare i conti con questa realtà, afferma Obama. Ma fino ad ora la lotta del presidente contro la lobby delle armi si è mostrata inefficace. Infatti, la National Rifle Association (Nra) continua a godere del consenso della maggioranza degli americani e di un sostegno bipartisan in Congresso. E questo spiega come la riforma Obama sia rimasta lettera morta, anche solo per quel che riguarda i controlli su chi vuole acquistare armi, per verificare la presenza di precedenti penali o di disturbi mentali. Così in gran parte degli Stati Uniti per comprare una pistola o un fucile automatico basta andare al supermercato, o a volte capita che siano gli stessi familiari a regalarle. Proprio come è successo nel caso del 21enne Dylann Roof, il killer di Charleston, che per il suo compleanno ha ricevuto in dono una pistola.

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