Il dibattito sulle criptovalute non ha lasciato impassibile l’Europa, che sta pensando a un Euro Digitale. Gli strumenti tecnici ci sono: manca però la volontà politica.
Euro Digitale, quando arriva? Il nodo dei consumatori
Un’altro punto di domanda riguarda i consumatori. Considerato che in Italia siamo puntualmente ai posti bassi delle classifiche sull’utilizzo di pagamenti alternativi al contante – e questo nonostante il cashback e l’accelerazione dettata dalla pandemia in tutto quello che avviene “a distanza” – ci si chiede, anche, quanto siano pronti i cittadini del Belpaese a vivere in una società cashless. O in uno scenario del tipo cinese: nell’ex Impero Celeste sono stati infatti in dieci milioni ad aver adottato il renminbi digitale.
L’Euro Digitale, rispetto ai dogecoin o ai bitcoin, sarebbe legale, più sicuro e avrebbe un minore impatto ambientale (quello del mining, nel caso delle criptovalute).
Mentre il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha tra le sue parole chiave la “transizione”, che è transizione al digitale e, quindi, dal contante al digitale, le stime e i dati a nostra disposizione parlano di un fenomeno contraddittorio, che consiste in una maggiore dimestichezza con gli strumenti di pagamento elettronici, da una parte, e un incremento del contante dall’altra, con conseguente esplosione dei pezzi da 50 euro e 100 euro.
Perché durante la pandemia c’è stato un ritorno al contante
Potrebbero c’entrare i tassi d’interesse, bassi e talvolta negativi, che hanno reso il contante un “bene rifugio”. L’inflazione potrebbe avere avuto un peso. Per quanto al momento bassa, i suoi effetti vanno calcolati sui prossimi dieci anni. Una stima interessante, che sicuramente contribuisce ad arricchire un quadro tutto da decifrare, è il lavoro di Alejandro Zamora-Pérez e Chiara Litardi che stima al 20% soltanto il contante detenuto a scopi transattivi. Nel margine di un quinto, alcuni progressi riguardanti la valuta digitale potrebbero essere fatti: ma una misura dal 30 al 50% del denaro è detenuta da cittadini esteri che usano una moneta solida come una forma di assicurazione per le proprie ricchezze.
Un’altra ipotesi è che chi preferisce i contanti dia un’importanza predominante all’anonimato. Se la radice di questo fenomeno può essere trovata nel virus, allora potrebbe stare in un arroccamento – che è molto forte in Germania – a difesa di un bene comune (come la salute) riflesso del necessario tracciamento delle vite personali.