Che strano chiamarsi Federico

Ettore Scola ha terminato le riprese di “Che strano chiamarsi Federico, Scola racconta Fellini” girato interamente al teatro 5 di Cinecittà.  Il Teatro 5 di Cinecittà è il posto ideale per raccontare di Federico Fellini con  le “emozioni assolute, da brivido e da estasi, che sono quelle che provo di fronte al teatro vuoto, ad uno spazio da riempire, ad un mondo da creare”, come descritto dell’immaginifico Fellini. La città dove Fellini amava vivere era Cinecittà ed il suo regno era rappresentato dal teatro 5. Il cineasta amava i luoghi che più gli davano un senso di improbabilità, di provvisorietà, di rinnovamento continuo della storia, e in questo senso nulla risponde più a queste caratteristiche di un teatro di posa per il cinema, luogo dove in potenza esistono le città più fantastiche.
Il Teatro 5 di Cinecittà era per lui il posto ideale anche come  teatro di posa più grande d’Europa. Questa scelta la dice lunga sulla sincronicità d’animo tra Scola ed il compianto Fellini e si rivela fin dalla scelta del teatro di posa. Tra i ricordi di Scola c’è Cinecittà dove fu portato dai genitori a visitare gli studi e che gli fissano  in mente la figura di Amedeo Nazzari che scende da un’Alfa Romeo bianca coupé. Si ripercorre nel film anche la vicenda artistica del Marc’Aurelio in cui Fellini disegnava ‘39 e Scola da ’47,  con le sue regole per disegnare  sulla realtà i intervenendo con il disegno per fini di umorismo. L’esperienza del Marc’Aurelio ha influenzato e segnato il cinema di Fellini, uomo in realtà di grandi passioni che venivano fissate anche in un disegno. Il titolo  viene da un verso di Garcia Lorca ed il canovaccio è stato scritto con le figlie Paola e Silvia.  Il film nasce da una coproduzione Palomar, Luce-Cinecittà, RaiCinema, Cubovisione con  distribuzione Bim. Viene utilizzato anche materiale di repertorio per episodi riguardanti la vita di Fellini e di Scola,  interpretati sulla scena da Tommaso Lanzotti e Maurizio De Santis, che impersonano Fellini da giovane e da anziano,  e da Giulio Forges che impersona Scola da giovane, e da Ernesto D’Argenio che interpreta Marcello Mastroianni. Scola ha avuto con Federico Fellini una vicinanza particolare sia essa artistica che personale.

Marco Novellino

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