“Che tempo che fa”, salta l’ospitata di Zaki

Patrick Zaki non sarà più ospite della puntata di apertura di ‘Che tempo che fa’ domenica prossima sul Nove. Discovery conferma che l’attivista non sarà presente nella puntata di lancio del programma come annunciato nei giorni scorsi. Fabio Fazio spiega che stanno rimontando la puntata alla luce dell’attualità e della guerra tra Israele e Palestina.

La notizia, anticipata dal Corriere, è stata confermata da editore e conduttore: “Siccome è scoppiata la guerra in Israele ho cambiato la prima puntata, sto facendo una puntata ovviamente su Israele e Palestina e ho chiesto la cortesia di spostare di una o due settimane il libro di Zaki (“Sogni e illusioni di libertà. La mia storia”, in uscita il 13 ottobre, ndr). Non aveva senso non trattare l’attualità, visto quello che è successo, e parlare di una cosa che è rinviabile di otto-dieci giorni. Tutto qua, siamo già d’accordo così”.

Doveva essere il nome di grido del debutto, per la gioia dei tanti fan a sinistra dello studente egiziano, ma tant’è.  Domenica 15 ottobre, dunque, Zaki non sarà in onda, conferma Discovery. Secondo quanto riferito Zaki interverrà in una non meglio indicata “puntata successiva”.

L’attivista si arrampica sugli specchi: “Stiamo ancora mettendo a punto il calendario delle uscite con la casa editrice e il mio agente”, è la frase attribuitagli dal Correre. Anche Fazio  svicola: “Visti gli avvenimenti abbiamo cambiato la puntata. Ospiteremo Patrick Zaki al più presto”. Due versioni diverse, insomma. Senza contare che proprio gli “avvenimenti”, come li chiama Fazio, sembrano essere alla base del forfait. Di certo avranno avuto un peso le parole dell’attivista egiziano su Israele e sul primo ministro Benjamin Netanyahu: “Quando un serial killer cerca di convincere la comunità internazionale che rispetta le convenzioni internazionali, per legalizzare l’uccisione di civili. Dove possono andare?”.

Zaki sta iniziando il giro di presentazione del suo libro, ma “dopo le parole intollerabili pronunciate su Israele” pensare che “possa prendere parte a una serata collaterale del Salone del Libro di Torino lascia sinceramente sgomenti. Auspico che la Direzione del Salone, di concerto con il Sermig, decida di annullare l’evento: sarebbe una macchia indelebile per il nuovo corso editoriale”, attacca  Paola Ambrogio, senatrice di Fratelli d’Italia, in riferimento al primo appuntamento di ’Aspettando il Salone’, previsto al Sermig il prossimo 17 ottobre.

In molti  collegano la scelta alle discusse dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni sul conflitto in Medio Oriente dall’ex studente dell’università di Bologna, che ha definito un “serial killer” il premier israeliano Benjamin Netanyahu. E così l’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio ne approfitta per punzecchiare Fazio, che aveva lasciato la Rai in polemica con la nuova governance nominata dall’esecutivo Meloni: “Chi se ne è andato lo ha fatto per una sua scelta. Quando si va via per scelta economica non si può dire che l’azienda da cui vai via ti avrebbe condizionato e parlare di censura. Mi pare che l’autocensura sia la sia fatta da solo nel programma che deve partire la prossima settimana, non la Rai”.

Zaki, come detto,  è finito negli ultimi giorni nel mirino delle polemiche per le sue parole su Israele, in particolare per aver definito il premier Benyamin Netanyahu “un serial killer”.

In effetti, da più parti  si era giunti a chiedere di revocare la cittadinanza che l’Italia ha riconosciuto al ricercatore egiziano. E comunque di non offrirgli una tribuna. Ma cosa aveva detto Zaki?

In un post precedente, il 7 ottobre, il ricercatore egiziano commentava così le parole del premier israeliano Netanyahu che esortava i civili ad andarsene da Gaza: “Quando un serial killer cerca di convincere la comunità internazionale che rispetta le convenzioni internazionali, per legalizzare l’uccisione di civili”.

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