La candidata sindaco di Torino del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino durante la conferenza stampa il giorno dopo le votazioni, Torino, 6 giugno 2016 ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

Chiara Appendino, bocconiana e alternativa, è la ‘sindaca’ di Torino

Da quando il Movimento 5 Stelle l’ha scelta per dare l’assalto a Torino, l’alternativa era ‘Chiara’. Così è stato anche per i torinesi che per la prima volta, da quando il sindaco viene eletto, hanno scelto una donna per guidare la loro città. Chiara Appendino ha battuto al ballottaggio il sindaco uscente Piero Fassino e, a 32 anni appena compiuti, è la nuova prima cittadina del capoluogo piemontese. Un successo per lei e per il Movimento 5 Stelle che, rimontando gli 11 punti percentuali di svantaggio del primo turno, hanno archiviato in un solo colpo 23 anni di amministrazioni del centrosinistra. ‘Giudicatemi per quello che sono e per la mia squadra’, ha ripetuto durante la campagna elettorale la neo prima cittadina, una laurea alla Bocconi in Economia internazionale e management, con specializzazione in pianificazione e controllo di gestione aziendale. Un profilo sabaudo, lontano anni luce da certi esponenti ‘ruspanti’ del Movimento 5 Stelle. Il papà Domenico è vicepresidente esecutivo di Prima Industrie, macchinari laser, presidente Gianfranco Carbonato che guida Confindustria Piemonte. Parla correttamente inglese, tedesco e francese e conosce anche un po’ di spagnolo. Sposata con Marco Lavatelli, ha lasciato dopo due anni la Juventus,  squadra di cui è anche tifosa,  per andare a lavorare con lui nell’azienda di famiglia di oggetti per la casa. E proprio durante la campagna elettorale è diventata mamma di Sara, 5 mesi oggi. Al Movimento 5 Stelle si è avvicinata nel 2010 e nel 2011 è diventata per la prima volta consigliera comunale risultando la grillina più votata con 623 preferenze. Per cinque anni ha condotto un’opposizione durissima all’amministrazione Fassino, tanto che il sindaco Pd l’ha definita la ‘Giovanna d’Arco della pubblica moralità’. Un appellativo di cui in campagna elettorale la neo prima cittadina si è fatta vanto, presentandosi come la candidata ‘anti-sistema’, in grado di scardinare con la meritocrazia quella rete di relazioni di potere di cui ha spesso accusato il centrosinistra. ‘Lei si segga su questa sedia e vediamo se sarà capace di fare quello che auspica’, l’aveva apostrofata un esasperato Fassino durante un Consiglio comunale. Un’altra profezia avveratasi per l’ormai ex primo cittadino, che in una intervista tv del 2009 aveva sfidato Grillo a fondare un partito. Al ballottaggio Appendino è arrivata senza apparentamenti: ‘Niente poltrone in cambio di voti, saremo nelle piazze con le persone a fianco delle persone’, aveva dichiarato a caldo, ottenendo comunque alcuni endorsemet più o meno ufficiali da alcuni candidati del centrodestra. Quasi pronta la sua squadra ed  ha già annunciato i nomi di parecchi assessori.  Tra le sue iniziative ha già annunciato un fondo da 5 milioni di euro per il lavoro giovanile, da finanziare tagliando il 30% dei dirigenti e degli staffisti del Comune, e un altro fondo per rimborsare gli over 65 vittime di furti o scippi. ‘Ci hanno detto che siamo il partito del no, ma noi abbiamo un programma con 350 pagine di sì’.

 

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