Chiara Colosimo, nuova presidente della commissione Antimafia. Proteste dell’opposizione

Chiara Colosimo è la nuova presidente della Commissione parlamentare Antimafia.  Eletta nel giorno della strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta. Un simbolismo fortissimo, purtroppo macchiato dalla decisione dell’opposizione di disertare la votazione. La deputata di Fratelli d’Italia ha ottenuto 29 voti mentre 4 voti sono andati a Dafne Musolino (gruppo Per le autonomie) e una scheda è risultata bianca. Replicando la solita sceneggiata, i parlamentari di Pd, Avs e M5S sono usciti dall’aula per non partecipare al voto. Una protesta persino annunciata.

Il senatore dei dem,  Walter Verini, a lanciare un appello alla maggioranza affinché procedesse alla sostituzione della Colosimo. «Se questo appello non sarà accolto, penso che daremo una risposta forte non partecipando alla votazione», aveva avvertito Verini varcando la soglia di Palazzo San Macuto, sede dell’Antimafia.  L’opposizione contesta infatti alla Colosimo una pretesa e presunta «vicinanza» con il terrorista Luigi Ciavardini, già militante dei Nar, e condannato per la strage di Bologna.

Una puntata di Report  aveva mostrato una foto scattata ad un’iniziativa dedicata ai detenuti e alla quale partecipava anche la parlamentare del Pd. In tandem con Report Repubblica parla di «intreccio maleodorante» tra «estremismo di destra e politica». Una mega patacca  colta però al volo dall’opposizione che subito ha imbastito l’abituale solita strumentalizzazione.

La trasmissione di Rai 3 ‘Report‘ ha trasmesso un’inchiesta sull’associazione ‘Gruppo Idee’ creata proprio da Luigi Ciavardini. Si tratta di un’associazione nata per sostenere il reinserimento sociale delle persone detenute. Nell’ambito dell’inchiesta compariva  la deputata Chiara Colosimo.

Alla neo presidente dell’Antimafia non veniva contestato nessun comportamento illecito, ma si evidenziava un suo presunto rapporto di amicizia con Ciavardini.

Subito dopo l’inchiesta, infatti, alcuni familiari delle vittime di mafia e di stragi terroristiche hanno diffuso una lettera in cui si dicevano «sbigottiti» per l’indicazione di Colosimo paventando un «gigantesco conflitto di interessi» da rintracciare nel presunto rapporto tra la deputata e l’ex terrorista.

Colosimo, infatti, ha precisato di conoscere Luigi Ciavardini come lo conoscono «moltissimi eletti di altre appartenenze politiche», ha detto spiegando che il motivo di questa conoscenza è dato dal fatto che Ciavardini opera in un’associazione che si occupa del reinserimento sociale delle persone detenute.

Sono state anche le associazioni dei parenti delle vittime della mafia, infatti, a salutare con scetticismo la neo eletta presidente dell’Antimafia. Il motivo sarebbe da rintracciare in presunti rapporti che Colosimo avrebbe avuto con Luigi Ciavardini, ex terrorista di stampo neofascista. Un’amicizia smentita dalla stessa deputata che, in occasione della nomina, ha ribadito di conoscerlo solo in qualità di membro di un’associazione che si occupa del reinserimento dei detenuti.

«Spiace che in un’occasione così importante – ha commentato il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti – , ci sia chi si sia voluto distinguere per faziosità. Siamo certi – ha concluso – che con la sua perseveranza, Chiara Colosimo saprà dimostrare a chi oggi non l’ha votata di avere perso una formidabile occasione per qualificarsi».

Colosimo è nata a Roma il 2 giugno 1986 e dal 13 ottobre 2022 è deputata alla Camera per Fratelli d’Italia. Da ieri, come detto è stata eletta presidente della Commissione Antimafia.

Colosimo, cresciuta nel quartiere romano della Balduina, dopo aver conseguito la maturità classica al Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II di Roma ha intrapreso il corso di laurea in scienze politiche presso la LUISS Guido Carli di Roma, senza terminare gli studi.

Nel corso degli anni delle superiori si avvicina alla politica e aderisce ad Azione Studentesca movimento dell’allora Alleanza Nazionale.

Frequenta la sede della Garbatella dove anche la premier Giorgia Meloni ha iniziato la sua militanza politica. Nel 2009 viene nominata presidente regionale della Giovane Italia nel Lazio, organizzazione giovanile del Popolo della Libertà.

Alle elezioni regionali nel Lazio del 2010 è stata eletta consigliere regionale nel listino Per il Lazio a sostegno della candidata presidente di centrodestra Renata Polverini.

Nel 2012 segue la scissione di Fratelli d’Italia dal Popolo della Libertà, aderendo al partito guidato da Giorgia Meloni, di cui diventa fin da subito dirigente nazionale.

Alle elezioni politiche del 2013 è candidata alla Camera dei Deputati nelle liste di Fratelli d’Italia per la circoscrizione Lazio 1, ma non è eletta. Alle contemporanee elezioni regionali nel Lazio del 2013 è ricandidata consigliere regionale nelle liste di FdI, ma ottiene 931 preferenze e non è rieletta.

Alle elezioni regionali nel Lazio del 2018 si ricandida con Fratelli d’Italia nella circoscrizione di Roma venendo eletta in consiglio regionale del Lazio.

Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 viene candidata alla Camera dei deputati nel collegio uninominale Lazio 2 – 03 (Latina), sostenuta dalla coalizione di centro-destra in quota Fratelli d’Italia, dove viene eletta per la prima volta deputata.

Nella XIX legislatura è stata componente della 12ª Commissione Affari sociali, segretaria dell’Ufficio di presidenza della Camera e presidente della Commissione parlamentare antimafia, eletta il 23 maggio 2023.

Io non ho nessuna amicizia, spiega Colosimo, ho semplicemente espletato, nelle mie funzioni di consigliere regionale del Lazio, quello che mi era concesso e che era anche dovuto, cioè incontrare persone che sono state o sono detenute. Conosco Ciavardini esattamente come lo conoscono moltissimi altri eletti di altre appartenenze politiche, poiché lui è in un’associazione che si occupa, come da articolo 27 della Costituzione, del reinserimento di altri detenuti nel momento in cui hanno scontato le loro pene.

Chiara Colosimo, eletta in Parlamento, percepisce lo stipendio da deputata, come da informazioni tratte dal sito camera.it con un’indennità netta di 5mila euro al mese, più una diaria riconosciuta per le spese di soggiorno a Roma da 3.500 euro al mese e un rimborso delle spese per l’esercizio di mandato corrispondente a 3.690 euro.

A questa cifra vanno aggiunti i rimborsi annui per le spese telefoniche, di viaggio, telefoniche e sanitarie.

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