Chico Forti dal carcere svela il suo sogno: ‘Voglio tornare sul surf’

«Il mio sogno è tornare sul surf». Chico Forti sussurra nelle orecchie di Andrea Di Giuseppe le emozioni e i brividi che gli hanno attraversato la mente, il cuore, la pelle da quando l’America ha detto: «sì». Chico Forti puoi tornare in Italia.

È un anno e mezzo che il deputato di Fratelli d’Italia Di Giuseppe lo va a trovare in carcere. Da quando è stato eletto nella circoscrizione America Settentrionale e Centrale. E mai lo aveva visto così frenetico, inquieto. Felice. Gli ha detto: «Lo so che non sarà breve. Lo so che anche in Italia dovrò stare in carcere, ma in Italia avrò mia madre vicina. La potrò riabbracciare, finalmente».

Enrico «Chico» Forti è entrato in prigione a Miami ventiquattro anni fa, l’accusa pesante di un omicidio che lui ha sempre negato con una determinazione che il tempo non ha affievolito. «Ci sono stati tanti tanti errori nel momento dell’incriminazione», ripete ancora una volta a quell’onorevole diventato più di un amico. Questa volta la sua innocenza l’ha gridata anche nelle pagine di un libro, una tela di Penelope che ha attraversato i suoi anni nella cella. Adesso quel libro sta prendendo forma e ha anche un titolo importante: «Chico Forti sono io». Lui di storie ne ha da raccontare, quei ventiquattro anni dietro le sbarre, ma anche i quarantuno prima, quelli dove ha costruito una famiglia con una moglie e tre figli, e poi un lavoro da sportivo, da filmaker, da manager. Da uomo che credeva di non dover chiedere mai.

A sentire la versione di Chico la sua è una storia degna di un romanzo di Kafka, cominciata all’improvviso il 15 febbraio del 1989, quando il cadavere di Dale Pike viene trovato sulla Sewer Beach a Miami con la polizia che punta il dito contro di lui senza toglierlo mai. Dale è figlio di Anthony da cui Chico stava comprando un albergo a Ibiza. Il resto sono dettagli di ricostruzioni giudiziarie che hanno portato alla sintesi: fine pena mai.

Ma Chico adesso guarda solo avanti: «Non saprò mai come ringraziare l’onda di affetto che mi è arrivata dai miei connazionali», si raccomanda ad Andrea Di Giuseppe di riferire. E vuole anche ripetere il suo grazie soprattutto a chi gli ha regalato l’opportunità di tornare in Italia: «Voglio dire i nomi e i cognomi: Giorgia Meloni, Andrea e Veronica Bocelli, Joe Tacopina e tutto il suo studio legale».

Per Chico si sta muovendo la Corte d’Appello della sua Trento e lui assapora già la libertà di un volo transoceanico anche se negli Stati Uniti non è ancora stato fatto il primo passaggio necessario prima del rientro in Italia, ovvero il trasferimento dal carcere statale a quello federale. Nei pensieri però già tutto ha un altro colore.

«Lo sai Andrea? Forse questa volta sarà meno dura delle altre dover salutare l’ultimo dei miei cuccioli». L’ultimo in realtà si chiama «Uno» ed è anche lui un golden retriever, uno di quei cani biondi che sono stati affidati alle sue mani diventate esperte. È un mestiere che Chico ha imparato in carcere: prende in consegna cuccioli di circa tre mesi per un training, li porta fino a un anno e mezzo, quando poi gli vengono tolti per essere venduti. «Ogni volta uno strazio, anche se senza questi cuccioli la mia vita in questa cella sarebbe stata tutta un’altra vita», confida il giovane manager che da Trento era arrivato negli Stati Uniti colmo di progetti e di ambizione.

La sua famiglia in questi anni gli è stata vicina. Chico lo racconta con tenerezza al suo amico Andrea: «Adesso i miei figli vivono alle Hawaii con la loro madre, la mia ex moglie. Sono grandi, adesso. Il piccolo aveva un anno appena quando sono stato arrestato. Li sento spesso, ora mi hanno già garantito che verranno a trovarmi in Italia». È arrivata l’ora del rancio e Chico Forti non vorrebbe smettere di parlare con il deputato. «Sono commosso, davvero. In questi anni ci sono state tante false partenze. Tre anni di promesse e di illusioni. Questo avanti e indietro mi ha fatto stare male. Ma adesso è finita. Adesso è tutto reale».

Ad annunciare il ritorno in Italia di Chico Forti è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in persona. Proprio a lei (ma non solo) è dedicato un pensiero del detenuto, riportato dal ‘Corriere della Sera’.

Chico Forti ha detto: “Sono commosso, davvero. In questi anni ci sono state tante false partenze. Tre anni di promesse e di illusioni. Questo avanti e indietro mi ha fatto stare male. Ma ora è finita. Adesso è tutto reale”.

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