Roma. Stop alle donazioni di sangue nel Comune di Anzio dopo la scoperta di alcuni casi di Chikungunya, una malattia virale caratterizzata da febbre acuta e trasmessa dalla puntura di zanzare infette. I casi individuati sarebbero tre, come conferma l’Istituto Superiore della Sanità (Iss), secondo cui però il rischio di un’ulteriore diffusione è considerato basso a livello regionale e molto basso al livello nazionale e internazionale.

I pazienti hanno riferito la comparsa dei sintomi nel mese di agosto e nessuno di essi aveva viaggiato all’estero nei 15 giorni che hanno preceduto a l’insorgenza dei sintomi. Al momento quindi l’ipotesi più verosimile è che i casi si siano infettati nell’area di domicilio. La chikungunya è infatti una malattia virale caratterizzata da febbre acuta e trasmessa dalla puntura di zanzare infette.

Non è la prima volta che accade in Italia, nell’agosto del 2007 sono stati notificati i primi casi autoctoni in Emilia Romagna. Le persone colpite ora starebbero bene ma, con una circolare inviata oggi, sono state bloccate le donazioni di sangue per 28 giorni per chi ha soggiornato nel comune. In una nota la Regione Lazio sottolinea che la situazione è sotto controllo e che, già ieri, sono state poisizionate alcune ‘esche speciali’ per indicare tutte le aree dove eventualmente sono presenti le larve. Conclusa l’operazione la Asl RM6, su richiesta della Regione, indicherà al sindaco competente di procedere immediatamente a una regolare disinfestazione.

La chikungunya è  una malattia virale caratterizzata da febbre acuta e trasmessa dalla puntura di zanzare infette. Secondo quanto riporta l’Istituto Superiore di Sanità la prima epidemia è stata descritta nel 1952 in Tanzania, anche se già nel 1779 era stata indicata un’epidemia in Indonesia forse attribuibile allo stesso agente virale.

 A partire dagli anni Cinquanta, varie epidemie di chikungunya si sono verificate in Asia e in Africa. In Europa nell’agosto 2007 sono stati notificati i primi casi autoctoni in Emilia Romagna.

 Dopo un periodo di incubazione di 3-12 giorni, si manifesta una sintomatologia simil-influenzale che include febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e soprattutto importanti artralgie (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa ‘ciò che curva’ o ‘contorce’), tali da limitare molto i movimenti dei pazienti che quindi tendono a rimanere assolutamente immobili e assumere posizioni antalgiche. Si può sviluppare anche un esantema maculopapulare pruriginoso. Il tutto si risolve spontaneamente, in genere in pochi giorni, ma i dolori articolari possono persistere anche per mesi. Le complicanze più gravi sono rare e possono essere di natura emorragica (ma non in modo così grave come nella dengue) entro 3-5 giorni, o neurologica, soprattutto nei bambini. In rarissimi casi la chikungunya può essere fatale, più che altro in soggetti anziani con sottostanti patologie di base.

 Il virus responsabile della chikungunya appartiene alla famiglia delle togaviridae, del genere degli alphavirus. È trasmesso dalle zanzare del genere Aedes, come Aedes aegypti (la stessa che trasmette la febbre gialla e la dengue) ed è presente soprattutto in zone rurali, mentre è raro o addirittura assente in vicinanza dei centri abitati.  Un altro importante vettore è Aedes albopictus, comunemente chiamata zanzara tigre, che è anche presente nei centri abitati del nostro paese. Questa zanzara è considerata il vettore che ha determinato la diffusione di questo virus nelle isole dell’area indiana. Inoltre anche varie specie del genere culex, sono state indicate come potenziali vettori per questo agente virale.