Doveva chiudere a Lampedusa il museo della fiducia e del dialogo, dedicato alle vittime del Mediterraneo. Ad annunciarlo, dopo 7 anni dall’inaugurazione e 75mila ingressi, è il “Comitato 3 ottobre”. Il Museo venne inaugurato nel 2016 dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Lo spazio espositivo dedicato alle vittime dei naufragi nel Mediterraneo, unico al mondo, oltre a ospitare opere di alto valore artistico, ha esposto testimonianze dirette dal valore umano, come i disegni di Adal, un ragazzino che ha narrato le torture subite in Eritrea: questi fogli oggi costituiscono una prova acquisita dalle Nazioni Unite contro la dittatura africana. Il museo ha ospitato anche una “stanza del naufragio” che ha proposto ai visitatori un itinerario multimediale fatto di immagini e suoni, per far vivere in prima persona le esperienze della traversata in mare.
Il Museo delle Migrazioni di Lampedusa, simbolo dell’accoglienza umanitaria e del rispetto dei diritti umani, non chiuderà le sue porte. L’Associazione Pelagies, nuovo gestore del sito, in partenariato con il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi ha annunciato un ambizioso piano di rilancio. “Il Museo delle Migrazioni di Lampedusa è uno dei luoghi simbolo della nostra isola. Intendiamo rilanciare l’attività del museo, non solo tutelando la memoria collettiva ma anche aprendo nuovi spazi per installazioni artistiche e momenti di confronto e riflessione”, dichiarano Rosangela Mannino, presidente della Fondazione Visioni d’Autore, e Luca Siragusa, rappresentante legale della società Hub Turistico Lampedusa, entrambe consociate in Ats Pelagies. L’associazione si è aggiudicata la gestione del museo tramite un bando del Parco della Valle dei Templi.
Il Direttore del Parco della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta, ha sottolineato: “Abbiamo trovato il museo in stato di abbandono e degrado, con i bagni trasformati in depositi di merchandising. Per questo, il Parco ha intrapreso un percorso di legalità e rispetto delle regole, attraverso l’art. 134 del Dlgs 36/2023. Il nuovo corso del museo sarà basato su inclusione e accoglienza, coinvolgendo attivamente la comunità lampedusana e coloro che lavorano con gli immigrati”. I rappresentanti dell’Associazione Pelagies hanno espresso sorpresa e amarezza per le dichiarazioni di Tareke Brhane del Comitato 3 Ottobre: “Le notizie di una presunta chiusura del museo sono false. Non solo manterremo le attività attuali, ma le arricchiremo con nuove iniziative, offrendo spazi agli artisti locali e ospitando eventi sul tema delle migrazioni, della memoria e dei diritti umani”.
In riconoscimento del lavoro del Comitato 3 Ottobre, Rosangela Mannino e Luca Siragusa hanno proposto una collaborazione per la gestione di alcune stanze del museo, condivisione delle spese incluse. “La nostra proposta era di continuare a utilizzare alcune aree del museo tramite un canone annuo, coperto dagli introiti delle attività del museo. Purtroppo, Tareke Brhane ha diffuso notizie non corrette e tendenziose. Il valore del Museo delle Migrazioni deve prescindere dal gestore pro-tempore, chiunque esso sia”. L’Associazione Pelagies è già al lavoro per riorganizzare gli spazi e ripristinare le aree del museo. “Il Museo delle Migrazioni di Lampedusa si prepara a un rilancio delle proprie attività. Siamo già operativi per ripristinare le aree utilizzate in modo non conforme dal precedente gestore”, concludono i rappresentanti dell’Associazione Pelagies.
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