Piccola virata di Donald Trump sui nuovi insediamenti israeliani in Cisgiordania. Il neopresidente cambia rotta su Israele: la costruzione di nuovi insediamenti non aiuterebbe il raggiungimento della pace, dice la Casa Bianca. Anche se non riteniamo che l’esistenza di insediamenti sia un impedimento alla pace, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, la costruzione di nuovi o l’ampliamento di quelli esistenti al di la dei confini potrebbe non aiutare a centrare tale obiettivo. E’ la prima volta che Trump, che ha fatto del sostegno incondizionato a Israele uno dei perni della sua campagna elettorale, accenna a una critica della politica di Netanyahu. L’ambasciatore israeliano a Palazzo di vetro Danon commenta: ‘Con Trump non concordiamo sempre su tutto ed è troppo presto per dire se questo danneggerà’ la politica degli insediamenti. Il tema è nell’agenda e sarà discusso nell’incontro tra Netanyahu e Trump a Washington, previsto per il prossimo 15 febbraio’. Da quando Trump è arrivato al potere, Israele ha approvato la costruzione di 5.500 abitazioni negli insediamenti in Cisgiordania e di altre 556 case nella zona orientale di Gerusalemme. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato a dicembre, con l’astensione di Washington, una risoluzione che chiede a Israele di fermare tutte le attività legate a nuovi insediamenti. Trump non era ancora in carica e criticò Obama per l’astensione che, a suo giudizio, doveva invece essere un voto contrario. La relazione speciale fra Trump e Netanyahu ha provocato anche un incidente diplomatico di Israele con il Messico quando il premier israeliano ha espresso il suo appoggio al nuovo muro anti messicani. Trump ha poi nominato il nuovo numero 2 della Cia: Gina Haspel, 60 anni, una veterana dell’agenzia, coinvolta in casi di tortura. Diresse infatti uno dei primi ‘black site’ aperti dagli Usa, un compound in Thailandia dal nome in codice ‘Cat’s Eye’, all’interno del quale i sospetti terroristi di Al Qaeda, Abu Zubaida e Abd al-Rahim al-Nashiri, furono sottoposti a waterboarding ed altre pratiche di tortura. La Haspel era inoltre capo dello staff di Jose Rodriguez, a capo del Centro antiterrorismo, quando questi, successivamente, ordinò la distruzione di centinaia di video girati nel centro di detenzione in Thailandia. Nelle sue memorie Rodriguez scrisse che fu Haspel a impartire l’ordine della distruzione delle registrazioni nel 2005, in un momento in cui il programma era sempre più oggetto di attenzioni critiche. Le altre decisioni odierne dell’amministrazione Trump vanno invece decisamente in un’altra direzione, con l’obiettivo di ‘cancellare’ molti provvedimenti di Barack Obama. Tanto per cominciare, la Camera dei rappresentanti a maggioranza repubblicana ha approvato la norma che abolisce i controlli per l’acquisto di armi da parte di persone con disturbi mentali. La norma era stata approvata negli ultimi giorni dall’amministrazione Obama e limitava la possibilità di accedere alle armi, prevedendo la condivisione di informazioni fra la Social Security e il sistema nazionale per i controlli sulle armi. Il presidente ha annunciato poi la firma imminente di un provvedimento a favore delle grandi banche con la revisione della legge voluta da Obama per frenare gli abusi e le speculazioni della finanza d’assalto a Wall Street. Trump alleggerisce, poi, le sanzioni ai servizi russi. Si tratta del primo passo concreto verso un riavvicinamento tra Stati Uniti e Russia, dopo il braccio di ferro tra Barack Obama e Vladimir Putin sulla questione dello spionaggio informatico. Il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato di aver alleggerito le sanzioni sul servizio di sicurezza russo Fsb. Grazie alla decisione dell’amministrazione Trump, le aziende americane potranno ritornare a fare affari con i servizi segreti russi, cosa che era vietata da due ordini esecutivi di Barack Obama, del primo aprile 2015 e 28 dicembre del 2016. Restano le sanzioni alla Russia per l’annessione della Crimea: l’ambasciatrice Usa all’Onu condanna le ‘azioni aggressive’ di Mosca. La decisione, è bene chiarirlo, segue la prima telefonata ufficiale tra Donald Trump e Vladimir Putin avvenuta lo scorso fine settimana. L’amministrazione USA si prepara, inoltre, a imporre nuove sanzioni all’Iran per il presunto ruolo svolto nello sviluppo di missili e nel terrorismo. Lo riporta il ‘Wall Street Journal’ citando alcune fonti, secondo le quali le sanzioni potrebbero essere annunciate già domani. Le sanzioni scatterebbero per un decina di entità iraniane per il loro ruolo nello sviluppo di missili e nel terrorismo, in una mossa che potrebbe far salire ulteriormente la tensione con Teheran, riporta il ‘Wall Street Journal’. Le entità sarebbero aziende, individui e organizzazioni militari. Le sanzioni seguirebbero l’avvertimento lanciato degli Stati Uniti all’Iran per il recente test balistico e il sostegno ai gruppi militanti in Siria, Yemen e Iraq.
Cocis