ROMA. ‘Sono una donna musulmana che indossa il velo, non una terrorista’. Inizia così il lungo sfogo postato sui social da Aghnia Adzkia, una studentessa indonesiana in viaggio da Roma verso Londra che ha raccontato di essersi sentita discriminata e trattata in modo indecente dagli addetti ai controlli dell’aeroporto di Ciampino dopo essersi rifiutata di togliere il velo per sottoporsi ai controlli di sicurezza.
Sono rimasta scioccata, spiega nel post la studentessa. Gli addetti ai controlli dell’aeroporto di Ciampino mi hanno tratta in modo indecente, chiedendomi mi togliere l’hijab. ‘Perché dovrei toglierlo?’ ho chiesto e mi è stato risposto che era per motivi di sicurezza. Così li ho invitati a mostrarmi un documento legale o una legge che li autorizzava a verificare cosa avessi sotto l’hijab. Mi hanno chiesto di seguire una donna in una stanza. Per me non si trattava di non voler mostrare i capelli o la testa, ma era una questione di diritti e di dignità umana.
Un agente di sicurezza di sesso maschile mi ha trascinata fuori dalla zona controlli in maniera indecente, spiega ancora la donna, ha preso la mia borsa senza chiedermi il permesso e mi urlato di rimanere tranquilla. Il modo in cui mi hanno trattato ha dimostrato che non rispettano le donne musulmane che indossano il velo.
Dopo aver perso il volo, Aghnia ne ha prenotato un altro all’aeroporto di Fiumicino. Ma stavolta, quando le è stato chiesto di togliersi il velo per i controlli, non ha rifiutato. ‘Volevo dimostrargli che non avevo nulla da nascondere e che non sono una terrorista’, ha spiegato la donna al ‘Daily Mail’: ‘A due suore che indossavano il velo non è stato chiesto di toglierlo. Questo è quello che chiamate rispetto?’.
Le norme di sicurezza in aeroporto prevedono che, su richiesta degli addetti ai controlli, chiunque abbia il viso coperto da un capo che non lo rende identificabile, debba rimuoverlo. Un portavoce dell’aeroporto romano ha replicato: ‘Quello che è accaduto alla signora Aghnia Adzkia riguarda il rispetto delle procedure di sicurezza. Quando la passeggera ha passato i controlli del metal detector è scattato un allarme ed era quindi necessario effettuare ulteriori controlli. Per questo motivo il nostro staff le ha chiesto di recarsi in una stanza privata, dove le sono stati controllati la testa e il copricapo, come è richiesto dalle leggi europee e nazionali, il cui scopo è garantire la sicurezza e la convivenza civile. Siamo veramente dispiaciuti che la passeggera abbia vissuto un’esperienza negativa a Ciampino ma ribadiamo che quanto accaduto è del tutto estraneo a qualsiasi forma di discriminazione’.