Cileno ucciso a Milano. Vigile a processo: omicidio volontario

Omicidio volontario. Con questa accusa è stato rinviato a giudizio Alessandro Amigoni, l’agente di polizia municipale di Milano che, lo scorso 13 febbraio, sparo durante un inseguimento e uccise un cileno di 28 anni. Il processo, davanti alla Corte d’Assise di Milano (gip Maria Vicidomini)  è stato fissato per il prossimo 9 ottobre, ma il vigile urbano opterà sicuramente per il rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Questa linea difensiva farà slittare la data del processo. L’avvocato difensore dell’agente di polizia municipale, Giampiero Biancolella, ha sempre sostenuto che Armigoni quel pomeriggio, in zona Parco Lambro, ha sparato da una distanza compresa tra i 15 e i 20 metri, solo a scopo intimidatorio e non con l’arma rivolta verso il cileno, Marcelo Valentino Gomez Cortes. La perizia disposta dal pm, invece, ha invece accertato che il vigile urbano avrebbe esploso il colpo da una distanza che va da un minimo ‘di 50 centimetri’ a un massimo ‘di due metri e 80 centimetri’, mentre il giovane correva. Il proiettile, secondo le indagini, ha raggiunto l’immigrato alla schiena, uscendo poi dal cuore. Insomma per l’accusa quel pomeriggio Alessandro Amigoni avrebbe sparato dei colpi con la sua pistola di ordinanza con la precisa volontà di ferire a morte l’uomo.

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