Cina. Boom per vendita di ovuli

A Pechino, è stato scoperto un grande traffico illegale di ovuli femminili. Stando a quanto riferisce lo Shanghai Daily, sarebbero soprattutto le studentesse universitarie a vendere i loro ovuli a coppie sterili, un ovulo è venduto per 5.000 yuan (poco più di 500 euro) ma il prezzo può arrivare anche fino a 30.000 yuan se le donatrici provengono dalle migliori università del paese, come ad esempio dalla Tsinghua University di Pechino. In base alla legge cinese, la vendita di ovuli è vietata come pure la loro donazione, l’unica eccezione riguarda le donne che si sono sottoposte all’inseminazione in vitro qualora abbiano, a seguito di stimolazione, prodotto ovuli in eccedenza. In questo caso possono donarli ad altre donne. Una ipotesi che tuttavia si verifica solo in casi molto rari, come ha specificato Xue Qing, medico del reparto maternità e infanzia dell’ospedale universitario di Pechino. Nonostante i divieti, tuttavia, il commercio al nero di ovuli, si è diffuso sempre di più e sono moltissime le coppie con difficoltà di concepimento disposte a spendere somme anche molto ingenti (talvolta anche fino a 100.000 yuan, oltre 10.000 euro) per acquistare ovuli di ragazze giovani e sane. Il mercato è gestito da agenzie specializzate che si occupano di mettere in contatto le ragazze con le coppie e di organizzare il tutto con l’appoggio anche di medici compiacenti e strutture (private) conniventi. “Non mi pento di quello che ho fatto – ha raccontato alla stampa cinese Li Qing, una ventenne che si è sottoposta ad una donazione di ovuli l’anno scorso – ma non voglio che la mia famiglia o i miei amici lo vengano a sapere”. Dopo essere stata sottoposta ad una serie di esami medici, a Li vennero somministrate delle sostanze per accelerare la formazione di ovuli. In seguito venne sottoposta ad un intervento per l’estrazione e il successivo congelamento dell’ovulo che venne poi acquistato da una coppia sterile e utilizzato da questa per l’effettuazione di una procedura di fertilizzazione e concepimento in vitro. Secondo Xue Qing, al di là di valutazioni di ordine etico, la iperstimolazione ovarica cui vengono sottoposte le giovani donatrici a lungo andare può provocare danni quali embolie polmonari, sanguinamenti e in alcuni casi risultare persino letale.

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