Cina. In seguito a torture, muore in carcere monaco tibetano

In seguito alle torture subite dagli agenti di polizia, è morto nelle carceri cinesi un monaco tibetano.  Lo riferisce il sito di AsiaNews, precisando che il religioso buddista era rinchiuso in una prigione della contea di Nyagrong, prefettura di Kardze, una delle Prefetture autonome del Tibet nella provincia cinese del Sichuan. Karwang, 36enne, era accusato di aver appeso poster inneggianti all’indipendenza del Tibet nella contea di Kardze. Per questo, secondo il Tibetan Centre for Human Rights and Democracy (Tchrd), era stato arrestato in attesa di processo. In questi mesi, Pechino ha aumentato la sua stretta conto il popolo tibetano, che secondo gli esperti sta subendo una vera e propria colonizzazione. Le restrizioni cinesi comprendono il divieto di insegnare la lingua e la religione tibetana; l’imposizione di politiche di sviluppo inappropriate, tutte a favore dell’etnia han. Dall’inizio del 2012 sono 35 i tibetani che si sono dati fuoco per criticare la dittatura di Pechino e chiedere il ritorno del Dalai Lama in Tibet. Il leader spirituale tibetano ha sempre sottolineato di “non incoraggiare” queste forme estreme di ribellione, ma ha elogiato “l’audacia” di quanti compiono l’estremo gesto, frutto del “genocidio culturale” che è in atto in Tibet. Pechino risponde attaccando il Dalai Lama, colpevole di sostenere “terroristi, criminali o malati mentali”.

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