Un vescovo cinese della ‘Chiesa clandestina’, cioè fedele a Roma, sarà ufficialmente riconosciuto dalle autorità comuniste. Questo, secondo i canali media ufficiali, è un nuovo segno concreto di riavvicinamento tra Cina e Vaticano. Infatti, finora i 10 milioni di cattolici del Paese hanno potuto far parte solo delle chiese selezionate dallo Stato, il cui clero è nominato da un organismo del Partito comunista cinese. Anche se molti frequentano luoghi di culto guidati da fedeli al Papa. Un accordo storico, firmato a settembre tra la Cina e il Vaticano, ha permesso un riavvicinamento tra i due Paesi, che avevano interrotto i loro rapporti diplomatici nel 1951.
Il testo conferisce ad entrambe le parti il “diritto di controllo” sulla nomina dei vescovi. Jin Lugang è stato ordinato vescovo coadiutore diocesi di Nanyang, secondo quanto riferito dal sito web del quotidiano ‘Global Times’, e assisterà il 98enne vescovo diocesano, Zhu Baoyu, fino al suo ritiro. “Penso che sia una buona cosa”, ha detto Anthony Lam, specialista in cattolicesimo cinese presso il Centro studi sullo Spirito Santo di Hong Kong. Secondo le sue stime, 40 diocesi cinesi sono prive di vescovi. Sebbene la Santa Sede abbia nominato almeno 20 chierici per occupare questi posti, infatti, il governo cinese non li ha ancora approvati, ha riferito Lam all’Afp.Il Partito comunista cinese è diffidente nei confronti delle organizzazioni, comprese quelle religiose, che potrebbero minacciare la propria autorità. Il ‘Global Times’ nota l’urgente necessità dei vescovi, ma sottolinea l’obbligo di essere “politicamente affidabili”.
Ecco perché “sono nervosi”, prosegue Lam, riferendosi alle autorità locali, che ora sono responsabili della convalida delle domande: la loro cautela che spiega la lentezza del processo.Il Pcc sembra aumentare la sorveglianza di tutte le sette negli ultimi mesi. Le chiese ritenute illegali sono state demolite e il controllo è stato rafforzato nelle vendite delle Bibbie. Tanto che il parroco di una chiesa protestante non ufficiale, con sede a Chengdu (sud-ovest della Cina), è stato addirittura arrestato a dicembre per “incitamento alla sovversione”. Segno di un tempo che lentamente sta cambiando.