Cina: uccise capo villaggio, camionista in libertà

E’ ritornato libero dopo tre anni di carcere un camionista cinese responsabile della morte di un popolare capo-villaggio, che si batteva contro gli espropri di terre. Secondo i sostenitori del capovillaggio defunto, Qian Yunhui, il camionista Fei Liangyu (dipendente di imprese edili interessate agli espropri) non avrebbe investito accidentalmente la sua vittima, ma lo avrebbe ucciso deliberatamente, con la complicità di altre persone, forse poliziotti. La notizia della liberazione anticipata, per buona condotta, di Fei Liangyu occupa oggi un posto di rilievo su molti media cinesi. Era il giorno di Natale del 2010 quando Fei, alla guida di un camion carico di pietre, investi’ Qian Yunhui, capo del comitato del villaggio di Zhaiqiao, nella Cina orientale, e leader di una serie di proteste contro l’espropriazione delle terre e la loro cessione a imprese edili. Fei, che lavorava per una di queste imprese, fu accusato di aver ucciso volontariamente Qian. Due testimoni hanno affermato di aver visto degli uomini in divisa che trattenevano il capo villaggio mentre Fei lo investiva col suo pesante mezzo. La foto del corpo di Qian martoriato dal camion ebbe una grande diffusione su Internet, suscitando un’ondata di proteste online. In gennaio, l’artista dissidente Ai Weiwei ha realizzato un documentario sul caso, nel quale vengono messe in evidenza una serie di lacune nelle indagini. ”La maggior parte delle prove sono nelle mani delle autorità, e sapere la verità è impossibile”, ha dichiarato lo stesso Ai Weiwei.

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